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L’indicatore che nega il sentiment negativo del mercato

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Fuori statistica?

Domani alle 14.30 sapremo se nel periodo metà agosto-metà settembre (perché questo è in realtà il periodo definito come “occupazione di settembre” negli Stati Uniti) sarà inferiore o superiore al consenso di 248.000 unità.
 
Le previsioni sono che una brutta notizia, cioè meno occupati, possa far salire i mercati.
 
Confesso che ogni tanto mi piacerebbe vedere il mondo che torna a raddrizzarsi e che la borsa salga perché sale l’occupazione. Ma evidentemente è una speranza inadeguata all’epoca che stiamo vivendo.
 
La prossima settimana, lunedì 10, le borse americane saranno chiuse per il Columbus Day.
 
Poi, sarà una raffica di altre notizie durante la settimana, in modo particolare l’indice dei prezzi alla produzione mercoledì 12 e l’indice dei prezzi al consumo, cioè il tasso di inflazione USA, giovedì 13.
 
Nella giornata di ieri, 6 ottobre, i prezzi dell’S&P500 future sono stati compressi fra due muri delle opzioni a scadenza nella stessa giornata: a 3800, dove si è accumulata una valanga di call, e a 3750 dove si è accumulata una valanga di put.
 
L’S&P500 ha oscillato fra questi due livelli, e al tocco di 3750.75 mani magiche quanto potenti lo hanno respinto, facendolo chiudere qualche punto sopra.
 
Una situazione consimile si presenta sulle opzioni a scadenza oggi 7 ottobre: ma, ovviamente, tutto si giocherà dopo le 14.30, quando i posizionamenti della giornata affluiranno in modo più massiccio.
 
Nelle giornate di lunedì e martedì scorso, l’S&P500 ha fatto registrare i due giorni più rialzisti in apertura trimestre dal 2009.

Questo, dopo un settembre terrificante, e una chiusura di trimestre contro ogni statistica, con il minimo dell’anno: quello che bastava per creare una mare di posizioni short, i cui stop sono diventati forza reattiva per la manipolazione rialzista di inizio settimana.
 
Un capolavoro degli istituzionali, Wyckoff direbbe che dopo 120 anni ci meravigliamo ancora, ma non ha senso meravigliarsi.
 
C’è un indicatore poco conosciuto e molto interessante che fornisce un’idea di quale sia la fase di caduta di un mercato ribassista.
 
L’indicatore, costituito da una semplice frazione, quindi da un rapporto, pone al numeratore il numero delle azioni di un indice che in un giorno producono nuovi massimi a 52 settimane, e al denominatore il numero delle azioni dello stesso indice che producono nuovi massimi e nuovi minimi a 52 settimane.
 
Dei valori così rappresentati si traccia una media mobile a 100 giorni. Il valore 0.29 di tale media mobile ha costituito in passato il punto “di risalita”. Ovvero affondando sotto 0.29 e recuperando sopra è stato sempre indizio, in passato, di ripartenza dei mercati.
 
Applicando al Nasdaq tale indicatore, è avvenuto esattamente questo: affondo sotto 0.29, e recupero sopra, almeno apparente.
 
Questo significa che se dovesse proseguire nel trend, la fase di ipervenduto sarebbe nei pressi della conclusione, contro ogni aspettativa.
 
Il sentiment del mercato è molto diverso: anche se il Vix continua a segnare valori alti, ma non drammatici, tutti gli indici che misurano la paura sono passati da “paura estrema” della scorsa settimana a “paura” in questa settimana, comunque ancora con valori critici.
 
E’ un webinar imperdibile, quello dove illustriamo come le tecniche di Wyckoff possano essere applicate, con alcuni innovativi e profittevoli adeguamenti ai mercati contemporanei: clicca per iscriverti e vedi la registrazione.

P.S.: L’epoca fuori statistica? Quando rappresenteremo il 2022 nei grafici pluriennali ci apparirà così?
 
C’è sempre una scorciatoia del cervello che fa apparire “fuori statistica” ciò che non ci si aspetta. E siccome gli anni venti ci stanno dando esempi su esempi di accadimenti inaspettati, tendiamo a considerare tutto “fuori statistica”.
 
Ed è anche difficile, quando si è ancora immersi nella contemporaneità, e questa non è ancora diventata storia, vedere dall’alto quanto questo sia vero o falso.
 
E’ il ricorso ad un metodo certo a consentirci di avere un solido punto di riferimento per avere successo nel trading.

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Maurizio Monti

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