E’ ancora il cielo il protagonista.
Ieri abbiamo parlato della fuffa contenuta nei prezzi di alcune star del mercato azionario, mettendo in primo piano Nvidia.
Il mercato sembra averci ascoltato, vendendo in modo massiccio le Magnifiche, vendite che hanno affondato al ribasso S&P500 e Nasdaq.
Che fossero prese di profitto non c’è dubbio, perché quanto realizzato è stato subito dirottato sul Russel 2000, dove abbiamo assistito ad una spinta rialzista che non si vedeva da tempo: apertura a 2048 e alle 22 circa 2150, quasi il +5% di rialzo.
Anche il Dow Jones ha tentato un vagito, che si è smorzato, scontrandosi con la trend line discendente dei massimi, lato superiore del triangolo che avvolge da tempo i prezzi del indice industriale americano. Ancora un poco e la resistenza potrebbe essere superata proiettando il Dow, forse, verso nuovi massimi storici.
Gli indici equal weighted dell’S&P500 e del Nasdaq hanno visto una giornata positiva: il calo delle magnifiche ha evidentemente dirottato una parte del denaro anche su quella parte dei titoli che è stata trascurata negli ultimi mesi.
Tutto questo è avvenuto in una giornata in cui il dato sull’inflazione, pubblicato alle 14.30 di ieri, avrebbe indotto a festeggiamenti globali: l’inflazione, anche quella core, sembra in calo sul serio e quindi le previsioni sulle sorti magnifiche e progressive di un imminente e rapido taglio dei tassi si sono rafforzate.
Il FedWatch del Chicago Mercantile vede uno smagliante 86% di probabilità di un calo dei tassi nel mese di settembre.
Appare quindi strano che i mercati abbiano avuto questa curiosa reazione proprio nella giornata di ieri.
In realtà, come avevamo annunciato in un nostro articolo recente, ieri il calendario degli earnings prevedeva gli annunci di due società, Pepsi Cola e Delta Airlines, in sé non molto importanti come peso sugli indici (la loro capitalizzazione è irrilevante), ma molto significativi per una prima verifica sul clima degli utili.
Entrambe, pur non annunciando temporali imminenti, si sono posizionate su un poco nuvoloso con nuvolosità in aumento.
Il sereno sgombro da nubi è sembrato non esserci più e questo ha fortemente agito da deterrente psicologico: e ha causato le vendite delle Magnifiche.
Il fatto, che coinvolge pesantemente Nvidia, per prima, è che gli utili delle Magnifiche non possono più essere in grado di sostenere ancora per lungo tempo il rapporto Prezzo/Utili e non tanto a causa di questi ultimi, quanto per l’inarrestabile ingigantimento dei prezzi.
Le piccole (si fa per dire) Pepsi Cola e Delta Airlines hanno richiamato alla memoria degli investitori che un deterioramento del rapporto Prezzo/Utili dei titoli rende necessario un ribilanciamento del portafoglio. E la presa di coscienza, ancora sopita, tranquilli, che il cielo potrebbe avere un limite.
E’ probabile che ci sarà ancora spazio prima che la paura possa far prevedere il limite come vicino: oggi, sarà la volta di importanti titoli finanziari a tenere banco.
Il tasso di crescita anno su anno degli utili delle Magnifiche è previsto in diminuzione dal secondo trimestre in poi, al contrario di quello sugli altri 493 titoli dell’S&P500, che dovrebbe vedere per la prima volta una crescita dopo 5 trimestri.
Un riposizionamento graduale sul mercato azionario, all’inizio, non genera necessariamente l’inizio di un mercato bearish.
Quando il riposizionamento comporterà, sia pure transitoriamente, un minor investimento sull’azionario nella composizione dei portafogli, allora l’onda ribassista sarà inevitabile.
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P.S.: Il calo di Nvidia di ieri è stato accompagnato da una grande notizia che avrebbe dovuto far balzare il titolo, anziché affondarlo: Elon Musk conferma di rinunciare all’accordo da 10 miliardi di dollari con Oracle, per un cervellone di intelligenza artificiale, riconoscendo che Nvidia è molto più avanti. E i 10 miliardi probabilmente andranno proprio a Nvidia.
Ma non finisce mica il cielo …
In borsa, prima o poi, finisce, anche se ancora non è finito.
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Maurizio Monti
Editore Istituto Svizzero della Borsa