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Intervista a Sergio Cammariere (prima parte) – Il Cantautore libero del mare

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Milano. Intervista telefonica avvenuta il 15 aprile 2021

In questo 2021, le mie interviste sono iniziate e proseguono nel nome dell’eccellenza, infatti, se il primo che ho avuto l’onore di ascoltare è un ottimo attore, generoso e dotato di umiltà, qualità solo dei grandi e dei Signori, ossia Gianmarco Tognazzi, il secondo, in ordine temporale, è un talento della musica, simpatico e disponibile, nonché colto e artisticamente raffinato, Sergio Cammariere. E aggiungo che di entrambi mi sentivo già amica dopo poco al telefono, altro grande pregio loro.

Piano nudo

Basile: Sergio cominciamo dal tuo album più recente, caratterizzato dalla presenza del solo piano; mi riferisco a ‘Piano nudo’. Diciotto, mi dicevi, sono i brani di questa tua ultima fatica.

Sergio Cammariere: Chi mi conosce sa che io abitualmente pubblico dei frammenti di pianoforte improvvisato e, proprio da questi brani che tutti i giorni improvviso e registro, grazie a un piccolo studio di registrazione che ho a casa, è nata l’idea di produrre il mio nuovo disco, un lavoro durato quattro anni. ‘Piano nudo’ è, in verità, la mia seconda raccolta priva di parole, voce, per l’appunto nudo. Ecco, ne approfitto per dirti che ci saranno due videoclip: uno girato in presenza che si chiamerà ‘La rotta degli alisei’, con la regia di Miriam Rizzo[1], la fotografia di Daniele Ciprì e la partecipazione di Leo Gullotta, e l’altro, sempre strumentale, dal titolo ‘Girotondo per Greta’, che consisterà di un piccolo film di animazione, diretto dal regista siciliano e mio amico Fabio Teriaca (https://www.teriacaentertainment.it/about-me/).

Basile: Tra i brani contenuti in ‘Piano nudo’, uno di essi è già destinato a essere la colonna sonora di un film.

Sergio Cammariere: Sì. Il film è anch’esso di animazione e nuovamente diretto da Fabio Teriaca. Si intitola ‘Nonno Matteo’ ed è in lizza ai prossimi David di Donatello nella categoria cortometraggi. La storia è di un nonno che costruisce le chitarre, è un artigiano, e della nipotina che lo va a trovare. Lì ci sono tre brani suonati al piano. Lo stesso regista ed io abbiamo realizzato altri film di animazione per i quali abbiamo vinto 19 premi internazionali. Siamo stati in Giappone ultimamente, ma prima anche a New York, Los Angeles, Chicago, in Francia, a Calcutta. Abbiamo vinto ovunque con un film dal titolo ’12 minuti di pioggia’ ispirato a un mio brano musicale contenuto nell’album ‘Piano’, che è uscito nel 2017 (https://www.youtube.com/watch?v=2y0X0xEWXo4).

66a edizione dei prestigiosi David di Donatello – 11 maggio 2021: https://www.daviddidonatello.it/

Basile: Allora, qual è la differenza fra i tuoi album ‘Piano’ del 2017 e ‘Piano nudo’ del 2021?

Sergio Cammariere: La differenza è che sono stato un po’ più coraggioso. Mi sono liberato un po’ di più, i brani sono più avventurosi. Trattasi sempre di improvvisazione. Però è un Jazz moderno o, meglio, una musica che sta fra la classica, il Jazz e il Blues. Sono 18 quadri. Se vuoi ti posso dare qualche titolo.

Basile: Certo! Immagino già che conterranno molta poesia.

Sergio Cammariere: Penso che i titoli siano interessanti. Per esempio, c’è un brano cui tengo molto che si chiama ‘Lampedusa’, perché è il posto dell’approdo, no? Con tutti questi poveri migranti che arrivano da lontano, con quelle luci lontane, quei fari nella notte, come punto di riferimento. Il primo dei 18 è intitolato ‘La rotta degli alisei’, cui segue ‘Girotondo per Greta’, dedicato a Greta Thumberg, che è un walzer sul pacifismo, focalizzato sul mondo verde, sull’ambiente. Andando avanti: ‘L’ultima voce prima del silenzio’, ‘Il bar Bogart’, ‘Le foto di Carlo’, ispirato al grande attore Carlo Delle Piane[2] da poco scomparso, …

Basile: (Lo interrompo) Perché Carlo Delle Piane, se posso saperlo?

Sergio Cammariere: Perché mi ha contattato sua moglie, mandandomi tutte le sue foto. Sai, Delle Piane lavorò con i maggiori registi, non solo italiani. Ho messo in fila le sue foto e ho dato via all’improvvisazione. Proseguendo con i titoli: ‘Le luci spente del Luna Park’, ‘La ballerina del Carillon’, …

Basile: (Lo interrompo di nuovo) Ha a che fare con la bella Michelle?

Sergio Cammariere: Un pochino sì, sotto sotto. E poi altri titoli sono: ‘Il giardino degli Oleandri’, ‘Il mare del nord’, ‘Turno di notte’, ‘Ritorno a casa’ e così via. Sono titoli che già ti portano verso una atmosfera pacata, tranquilla.

Basile: È vero e fanno immaginare il contenuto del brano, sono poetici come dicevo poc’anzi.

Hai detto, a proposito di Delle Piane, che con le sue foto in vista hai improvvisato al pianoforte: mi sembra chiaro che l’improvvisazione da sempre ti caratterizzi.

Sergio Cammariere: Da sempre, sì. Infatti, ai miei concerti, tornano persone che li hanno già visti, proprio perché ogni volta è diverso, ogni volta io suono le mie canzoni in modo differente. Non è mai un disco, una fotografia. Non è karaoke. È musica suonata con l’anima in quel preciso momento. Con il mio trio e i musicisti che mi accompagnano da sempre, Amedeo Ariano alla batteria e Luca Bulgarelli al contrabbasso, nasce ogni volta quel magico interplay che ci unisce al cosmo e alle persone che ci ascoltano.

Basile: Il mio appello e la mia speranza sono, dunque, quelli affinché tornino presto i live show.

Sergio Cammariere: In realtà, quanto a me, ci sono già delle date per i prossimi concerti nel 2021, come il 7 giugno al Teatro Petruzzelli di Bari, il 18 giugno a Benevento, il 22 giugno all’Auditorium Parco della Musica di Roma, poi a luglio saremo nelle Marche e nel Veneto. Insomma, qualcosa si sta muovendo.

Basile: Che bella notizia. Ci credo! Anche in altre zone della Lombardia o in Liguria verrete?

Sergio Cammariere: Sì, sicuramente torneremo a Milano. Ricordo che l’ultimo concerto è stato quello con Gino Paoli al Teatro Dal Verme pochi anni fa. Avevamo composto ‘Cyrano’, una bella canzone con l’orchestra d’archi, le parole di Gino e la mia musica (https://www.youtube.com/watch?v=FxrXJKDDhLk).

Basile: Hai suonato anche altrove qui a Milano, da dove ti chiamo?

Sergio Cammariere: Sì, ho suonato al Conservatorio Giuseppe Verdi, al Teatro Strehler, al Teatro Arcimboldi, al Teatro Manzoni e allo Smeraldo che, come sappiamo, non c’è più. Mi manca solo la Scala!

Il Libro, la Libertà e i fan

Basile: A proposito di fatti recenti, o meglio opere, cito il tuo libro, scritto a quattro mani, intitolatoLibero nell’aria’, perché, prima di ‘incontrarti’ telefonicamente, l’ho letto e sono un po’ entrata nella tua vita, ricca e appassionante. Grazie, dunque, per il suggerimento di conoscerti così. Me ne parli? Cominciamo proprio dal titolo, anche perché spesso ripeti la parola ‘libertà’. Quindi cos’è esattamente questa libertà per te?

Sergio Cammariere: Il concetto è ampio, ma con Cosimo Damiano Damato, coautore del libro, parlo in esso di questa Musica vestita di Libertà, perché è un linguaggio universale, è condivisione, specie se la si suona con gli altri o con gli altri la si ascolta. Spesso soltanto con il pensiero si riesce a comunicare senza avere bisogno di parole. Chi ha il dono di fare il mio mestiere, quello del cantautore, racconta le storie. Compone melodie, ma sotto sotto c’è un impegno civile nel modo di osservare il mondo, raccontarlo, immaginarlo, talvolta persino anticipando quanto accadrà. Con la mia musica, io sono sempre stato dalla parte della Libertà. Mi definisco un anarchico pacifista. E che cos’è poi questa libertà? È un valore supremo, il valore che apre a tutti i sentimenti di empatia.

Basile: Molto poetico e forte il tuo legame con la libertà nella quale ti riconosci. Ho letto con vero piacere il vostro bel libro, che ho trovato scritto bene, interessante, divertente e scorrevole.

Il libro ‘Libero nell’aria’ di Sergio Cammariere e Cosimo Damiano Damato è edito Rizzoli.

F1) ‘Libero nell’aria’

Il libro scritto da Sergio Cammariere e Cosimo Damiano Damato.
Fonte: https://img.ibs.it/images/9788817155090_0_221_0_75.jpg

Basile: Come hai avuto l’idea di scrivere un libro?

Sergio Cammariere: Sto entrando nella terza età, ho compiuto 60 anni nel 2020. Ecco, mi è parso il momento giusto. Poi il lockdown ha fatto il resto: ci sentivamo, Cosimo ed io, per mettere a posto le pagine e i capitoli.

Basile: Peccato non potere ancora fare la promozione del libro in presenza.

Sergio Cammariere: In realtà, qualcosina l’abbiamo già fatta. Siamo stati alla Feltrinelli e il 22 maggio è la data dell’Officina Pasolini (https://officinapasolini.it/). Il libro si sta muovendo, sta funzionando. I miei fan mi mandano le foto con il libro in mano (sorride, ndr). Essi sono per me la mia famiglia allargata, è bello. Io li ritrovo ai miei concerti. Con tanti di loro la mia musica è stata il collante che ci ha fatti unire ed è anche stata, soprattutto per le persone meno fortunate come i non vedenti o chi ha difficoltà motorie, taumaturgica.

Basile: Immagino che ci si affezioni reciprocamente e che i fan costituiscano una presenza fondamentale e quest’ultimo concetto che esprimi lo comprendo e apprezzo, perché la musica ha un potere guarente, ne sono certa, come, a mio parere, tutta l’arte, soprattutto quella che appassiona.

Sergio Cammariere: Alcuni fan mi seguono proprio con affetto. Tra queste persone che ormai fanno parte della mia famiglia c’è anche Marinella di Asti, che avrà visto almeno 100 concerti miei, girando l’Italia.

Il libro da ieri a quel Sanremo 2003

Basile: Sono rimasta colpita, nel leggere il tuo libro, dall’infinità di persone e personalità che hai incontrato o con le quali ti sei esibito nel corso della tua vita e della tua carriera. C’è stato, immagino di sì, qualche momento in cui ti sei sentito scoraggiato o desideroso di fare un cambio di rotta?

Sergio Cammariere: Sempre!

Basile: L’artista in effetti non è mai contento (ridendo, ndr).

Sergio Cammariere: Scherzi a parte, i momenti di sconforto ci sono eccome, ma, se una persona ha fede, il buon Dio la aiuta. Ti dirò, la cosa più importante per me è che ero un ragazzo partito dal sud con tanti sogni nel cuore, tra questi quello di fare il musicista e per come sono andate le cose, a metà del mio cammino mi sentivo già appagato dall’idea di suonare in giro, perché la musica ti fa vivere, ti fa campare bene. Basta interagire con coscienza e con umiltà. Uno dei più grandi insegnamenti è ascoltarla, ascoltarla senza suonarla, per percepire infinite sfumature.

Basile: ‘Libero nell’aria’ arriva fino a quella tua discesa dalla scalinata di Sanremo, un momento particolarmente significativo ed emozionante per te. Tu salisti sul podio della più prestigiosa competizione nella musica italiana da decenni. Scriverai un altro libro da quell’anno in avanti?

“Tutto quello che un uomo” è il brano suonato e cantato da Sergio Cammariere al Festival di Sanremo del 2003: https://www.youtube.com/watch?v=CqeO-QN9MCk. Arrivò terzo.

Sergio Cammariere: Se avrò la forza e la voglia per metterlo in fila, sì. Spero di avere il tempo di fare il seguito. Per fortuna, ho una memoria archiviata con immagini, perché riprendevo ogni giorno con la telecamera. Quindi, non sarà difficile fare una seconda parte. Però, è stato un ‘lavorone’ già fare ‘Libero nell’aria’, solo di scrittura ci abbiamo impiegato un anno e mezzo.

Basile: Capisco. Solo che la lettura si interrompe in quel momento e, così, la curiosità di conoscere il resto almeno fino ad oggi, anno 2021, è tanta.

Sergio Cammariere: Sì, ma devo dire che la storia che volevo raccontare è proprio quella di un ragazzo che crede al suo sogno e che ce la mette tutta, lasciando famiglia, amici, affetti per dedicarvisi. Questo mio obiettivo è così raggiunto.

Gli episodi di vita vera, un tuffo nel passato

Basile: Ci sono tanti episodi nel libro nei quali, in fondo, possiamo immedesimarci tutti. Quanti agli altri, devo dire che, grazie alla scrittura scorrevole e ricca di immagini, è facile ricrearli nella nostra mente di lettori e viverli proprio mentre li leggiamo. Sono eventi della tua vita, giusto?

Sergio Cammariere: Nel libro, narro le varie fasi della mia vita, tutto quanto accaduto sulla mia pelle. Ora, per esempio, mi sovviene della fase antimilitarista di cui ho raccontato.

Basile: Tre volte hanno provato a farti fare il servizio militare, no?

Sergio Cammariere: Hanno provato in tutti i modi, ma io ho fatto l’attore; nel libro non ricordo se l’ho scritto, ma ho proprio fatto il matto per evitarlo (afferma Sergio con un tono un po’ scherzoso, ndr).

Basile: Ho letto, ciononostante, che non hai optato per l’obiezione di coscienza, complimenti. Un paio di episodi sui quali ti sei brevemente soffermato che mi hanno colpita per la loro tenerezza, anche nel modo di approcciarli, sono stati quello del ‘matrimonio’ con la tua Rita, entrambi bimbi, con tanto di simil paggetti e damigelle, e quello del polipo ‘incontrato’ nel mare e ucciso davanti ai tuoi occhi di fanciullo, inerte di fronte a un evento, in quel momento, inevitabile e comprensibilmente traumatico.

Sergio Cammariere: Sono tante le micro-storie raccontate nel libro in effetti.
Fa parte della mia infanzia quel ricordo (ride e si emoziona Sergio nel ricordare, ndr). Avevamo una casa sul mare, vicino a noi abitavano queste due bambine, Rita e la sorella Carla. Lì vicino c’era una cappella bianca, la Chiesetta di San Leonardo, che – ritengo cosa rara in Italia, più comune in Grecia e in Corsica – si affaccia sul mare (https://lh5.googleusercontent.com/p/AF1QipOd4-O-8WREi7yphCExXH5WgyzxsFKRO6fGWkOM=w1080-k-no). Ricordo che era tutta bianca con dei sedili piccolini, sui quali i bambini si accomodavano. Ecco, tornando al ‘matrimonio’, mi vestivano, mi mettevano delle ghirlande di fiori addosso, intanto acconciavano anche Rita. E noi due facevamo la coppietta, circondata da un corteo vero e proprio, che si andava a sposare per finta con tutti gli amichetti intorno. Era una cosa fantastica!
E poi c’era un’intensa attività nel mare per noi bambini: con i miei amichetti, mi tuffavo e andavo in apnea e pescavo vongole e tartufi di mare fino ad averne un certo gruzzoletto, che finivo per vendere, perché mia madre mi diceva ‘basta con questi frutti di mare!’. Quando arrivavo a mezzo chilo di vongole e simili, li vendevo direttamente sul mare e poi andavo a giocare a flipper con i soldini guadagnati. La mia triste storia del polipo viene da lì.

Basile: Mi fai venire in mente anche il momento drammatico dove racconti di avere scoperto la morte del tuo carissimo amico Mimmo. C’è molta storia umana e c’è grande umanità nel tuo libro: in esse ci si può immedesimare, talvolta con gioia, talvolta, come in questo caso, con tristezza.

Sergio Cammariere: Quella è stata una ferita profonda. Mimmo aveva 21 anni. Morire a quell’età per un incidente… Sai, sono situazioni che ti devastano, ti solcano nel profondo. Mimmo era stato mio compagno di banco. Era un bel ragazzo, alto 1 metro e 90, campione di pallanuoto. Certe persone rimangono per sempre. Cosimo (Damiano Damato) mi ha aiutato a sviscerare tutta questa storia. Non è stato facile.

Basile: L’arte aiuta in questi casi, no? È quasi terapeutica talvolta. Anzi io credo che l’energia data da sofferenze o rabbia possa essere costruttivamente incanalata in essa, producendo un’opera, che sia una canzone o uno spettacolo o un libro o un dipinto o una scultura o un pezzo di architettura o…

Sergio Cammariere: L’arte è drammaturgica, è condivisione, limpidezza, purezza, essa ci coinvolge nell’anima. Approfitto per dire che, se parliamo di musica, c’è da fare qualche distinzione, come diceva Arnold Schönberg (https://it.wikipedia.org/wiki/Arnold_Sch%C3%B6nberg), tra musicista e strumentista, perché, se il primo vedendo delle note sente il suono nascergli dentro, il secondo sa far percepire agli altri ciò che egli ha udito dentro di sé.

Basile: Molto interessante!

Sergio Cammariere: Io amo le letture, non solo schönberghiane, ma anche di Theodor Adorno (https://it.wikipedia.org/wiki/Theodor_W._Adorno) e di Rudolf Steiner (https://it.wikipedia.org/wiki/Rudolf_Steiner), perché hanno contribuito a formare la mia coscienza. In particolare, ho apprezzato, fra le opere di Adorno, ‘Il fido maestro sostituto’, ‘Impromptus’, ‘Dissonanze’ e ‘L’introduzione alla sociologia della musica’ e, fra gli scritti di Steiner, ‘Antroposofia, Psicosofia, Pneumatosofia’, ‘Considerazioni esoteriche sui Nessi Karmici’ e, che è focalizzato sull’esperienza del suono nell’uomo, ‘L’essenza della musica’ (https://cs.ilgiardinodeilibri.it/cop/e/w500/essenza-della-musica.jpg.jpg?_=1542217107). In particolare, consiglierei la lettura di quest’ultimo a chiunque suoni uno strumento.

L’intervista continua, nei prossimi giorni pubblicheremo la seconda parte.

  1. Alcune informazioni al riguardo: http://www.terzapagina.it/2021/04/miriam-rizzo/
  2. https://it.wikipedia.org/wiki/Carlo_Delle_Piane

Alessandra Basile

Attrice e Autrice. Inoltre collabora con la Comunicazione corporate di un’azienda. E’ Life Coach ICF e dal 2018 Mediatore giudiziario. Presiede l’Associazione filodrammatica Effort Abvp con la quale ha interpretato e prodotto diversi spettacoli teatrali a tematica sociale, fra i quali una pièce contro la violenza domestica, “Dolores”, della cui versione italiana è co-autrice Siae. Ama scrivere di film, spettacoli e personaggi.
Email: alessandraeffort@icloud.com
Sito web: www.alessandrabasileattrice.com
Blog: https://alessandrabasileattrice.com/blog/

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