Protezione e profitto.
Il grafico di Intel della giornata di venerdì 28 luglio presenta una curiosissima esplosione di volatilità.
Intel è quell’azienda che non puoi non conoscere, perché nella tua vita hai sicuramente usato un computer “intel-inside”, ovvero con un componente, in genere il microprocessore, di fabbricazione Intel.
Nella settimana dei grandi annunci degli utili da parte delle aziende tecnologiche, Intel ha reso noto un utile significativo e oltre le aspettative, e, soprattutto, ha impressionato gli investitori con le prospettive di fatturato per il terzo trimestre.
Intel, nel suo segmento di riferimento, è stata particolarmente lenta a esaltare l’utilizzo e la potenzialità di crescita dell’intelligenza artificiale.
Stavolta il management ha esaltato questo aspetto e il mercato sembra averci creduto.
Dal punto di vista dell’equilibrio dei conti del business, le aziende che hanno a che fare con la sfida dell’intelligenza artificiale rammentano un po’ la sfida delle aziende energetiche di alcuni anni fa.
Queste ultime dovettero cominciare ad investire massicciamente in rinnovabili, senza però sacrificare gli utili e la credibilità acquisita nei loro segmenti tradizionali: tutt’altro che facile.
L’intelligenza artificiale, oggi, non è ancora un business significativo per le aziende che stanno investendo: Microsoft ha ammesso che gli eventuali risultati di nuove entrate prodotte con l’intelligenza artificiale si vedranno solo a partire dal semestre appena iniziato.
In questo senso, la prudenza, o se vogliamo dire il ritardo, di Intel nel palesare di avere raccolto la grande sfida dell’intelligenza artificiale è parso una manifestazione di concretezza e realismo, più che indifferenza ad un corretto posizionamento.
Così, la percezione complessiva sull’annuncio degli earnings è stata buona: il titolo ha doppiato il massimo del 21 giugno in una rincorsa di volatilità che lascia intendere che la fiammata potrebbe far rientrare il prezzo in valori più contenuti nei prossimi giorni, ma la rottura della resistenza critica del 21 giugno potrebbe essere prossima.
Sarà la tenuta o meno della Borsa americana nei mesi di agosto e settembre a decretare il prossimo destino di Intel, titolo che ha una correlazione di trend simile a quella dell’S&P500.
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Maurizio Monti
Editore Istituto Svizzero della Borsa
