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THE FOUNDER di John Lee Hancock

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Recensione del film interpretato da Keaton sul successo della catena McDonald’s

“The Founder” è il nuovo lavoro di bravura artistica diretto dal regista dell’indimenticabile “Saving Mr Banks”, anch’esso ispirato a una storia vera, a un’altra storia di successo. Dopo il premiato “Birdman”, Michael Keaton torna a stupirci con un’ottima interpretazione, credibile e dettagliata, di quel genere di prestazione attoriale che ci fa arrivare dritti al personaggio senza passare dalla tecnica del suo
interprete. Del resto, metti insieme uno stimato regista con un serio interesse a raccontare e a dire la verità e un attore che ancora una volta riesce a essere molto più che uno spiritello sadico o un uomo-pipistrello (La fama di Keaton subì un’impennata e si estese al globo con le sue brillanti interpretazioni in film quali Beetlejuice – Spiritello porcello  del  1988  e  Batman  del  1989 , entrambi di  Tim Burton ) e il film sarà una carta vincente da giocare. La ridefinizione del personaggio cui si assiste nell’arco del film è tale da uscire turbati dalla sala.

L’idea, il progetto, il successo
Era il 1937: Richard e Maurice, ossia Dick e Mac, 2 fratelli di 28 e 35 anni, la cui vita era tutto meno che agiata, ebbero l’idea di aprire un piccolo chiosco ad Arcadia in California, notando come hot-dog e hamburger fossero un cibo sempre apprezzato. Funzionò! Dick e Mac decisero di ingrandirsi e 3 anni dopo fecero costruire a San Bernardino – distante un centinaio di chilometri da Los Angeles – il primo fast food. La cucina di McDonald’s era grande, pulita e costruita in modo da assicurare, grazie a una catena di montaggio umana, la preparazione del panino in 30 secondi. Un record assoluto. E un successo, perché, oltre che sul fattore tempo, i fratelli avevano puntato su pochi cibi: hamburger, patatine fritte e bibite.

F1) Locandina del film e trailer

La locandina del film THE FOUNDER di John Lee Hancock.
Fonte: http://pad.mymovies.it/filmclub/2016/03/235/locandina.jpg
Trailer del film: http://www.youtube.com/watch?v=Baq-RbeVL9c&feature=youtu.be

 

L’innovazione, il franchising, la spinta
Era il 1955: l’imprenditore di frullati – prima di tavoli pieghevoli e prima ancora di altri
oggetti il cui commercio non aveva comportato per lui guadagni memorabili – Ray Kroc, dopo essere rimasto folgorato, non solo dalla novità del cibo mangiato per strada senza posate né piatti e dalla velocità di preparazione senza errori, senza cioè il ricorso a cameriere un po’ distratte sui pattini a rotelle, ma anche dal nome McDonald, così ‘altisonante’ alle sue orecchie rispetto al proprio, firmò un contratto con i proprietari, accettandone tutte le clausole, fra cui quella di non poter apportare alcuna modifica senza passare da loro. Kroc acquistò i diritti del nome in cambio di una percentuale nelle vendite della catena di  franchising  che intendeva aprire. Kroc raccontò poi di avere visto nella sua mente “ristoranti McDonald’s a ogni
angolo di strada». E ripeteva una parola: “Affiliazione!”.

F2) Una scena del film con l’attore principale in prima linea, Michael Keaton

Una scena del film: Kroc-Keaton festeggia il nuovo McDonald’s.
Fonte: https://www.thismarketerslife.it/

Il modello di business
Kroc diede il via al primo franchising della storia. Non lo inventò lui il più noto fast food americano, anche se si appropriò del titolo di fondatore, obbligando nel 1961 gli ingenui Dick e Mac a rinunciare a ciò che essi non videro mai come un marchio: il loro cognome. Non lo fondò, ma, a 52 anni, quella novità lo lanciò nel mondo grazie a genialità visionaria, persistenza e team. Assoldò come suo consulente finanziario un manager, Harry J. Sonneborn, che illuminò Kroc: il suo business era quello non degli hamburger ma dell’immobiliare. Così acquistò i terreni su cui i vari McDonald’s sarebbero stati costruiti o già stavano. Il contratto con i fratelli Dick e Mac lo legava alle modifiche sopra al terreno e interne, non a quelle esterne. Kroc arrivò a rilevare le quote dei due McDonald per 2,7 milioni di dollari: i fratelli non gli perdonarono mai l’uso del nome. Grazie alla sua ambizione sfrenata che lo spinse a ipotecare la sua casa in tempi lontani dal successo e a un modello di business assolutamente innovativo, la McDonald’s Corporation nel 1965 – composta ormai da centinaia di ristoranti – si quotò in Borsa. Furono aperti i primi McDonald’s fuori dagli Stati Uniti nel 1967 (Richmond, Canada), in Europa nel 1975 (Olanda) e in particolare in Italia nel 1985 (Bolzano). Ma già dal 1974 Kroc aveva lasciato la guida della società.

F3) I veri fratelli Mc Donald, Richard (Dick) e Maurice (Mac), e il vero Ray Kroc

La figura 3 mostra in ordine da sinistra i fratelli Dick e Mac McDonald e Ray Kroc.
Fonte: https://www.brandstocker.com/mcdonalds-la-historia-de-el-fundador-de-la-comida-rapida/

Imprenditore ‘ante litteram’ e uomo spietato: due facce di una medaglia
Ray Kroc era determinato al punto da intraprendere qualsiasi attività di commercio e
distribuzione, fallire e cambiare. Non si fermava mai. Un esempio per chi si sente in ritardo sui tempi. “Avevo 52 anni, il diabete e un’artrite incipiente. Avevo perso la cistifellea e buona parte della tiroide, eppure ero convinto che il meglio dovesse ancora arrivare”. Ma quanto fu disposto a investire per inseguire il sogno americano? Tutto. Anche la moglie, oltre alla casa.
Kroc si legò alla fine degli anni 50 a Joni Smith, donna più affine alla sua mentalità
commerciale e sua sostenitrice. E si appropriò di meriti non suoi: la nascita e persino il nome di McDonald’s. Il Bene e il Male, dunque, in un’unica soluzione, anzi in un solo uomo.

F4) Il primo McDonald’s

Il primo McDonald’s in una foto in bianco e nero.
Fonte:http://i.huffpost.com/gadgets/slideshows/255311/slide_255311_1612833_free.jpg 

 

Attrice e Autrice. Inoltre collabora con la Comunicazione corporate di un’azienda. E’ Life Coach ICF e dal 2018 Mediatore giudiziario. Presiede l’Associazione filodrammatica Effort Abvp con la quale ha interpretato e prodotto diversi spettacoli teatrali a tematica sociale, fra i quali una pièce contro la violenza domestica, “Dolores”, della cui versione italiana è co-autrice Siae. Ama scrivere di film, spettacoli e personaggi.
Email: alessandraeffort@icloud.com
Sito web: www.alessandrabasileattrice.com
Blog: https://alessandrabasileattrice.com/blog/

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