Quadro complesso.
Proviamo a fare una analisi del comportamento statistico stagionale dell’S&P500 durante il mese di settembre, cercando di individuare i possibili punti di snodo dove più frequentemente si verificano inversioni temporanee del trend.
Agosto, malgrado l’inizio molto burrascoso, corredato dall’eccezionale aumento di volatilità del giorno 5, si è chiuso in positivo.
Quanto sia stato difficile chiuderlo in positivo, lo testimonia il fatto che ancora il 29 agosto la chiusura in positivo era tutt’altro che scontata e il minimo del giorno andò sotto l’apertura del giorno 1 agosto: e il movimento di rabbioso su e giù fatto nell’intraday del 30 agosto lasciava ancora ampi e giustificati dubbi sulla chiusura del mese.
L’1 agosto il mercato apriva a 5574. Il 30 agosto ha chiuso a 5661, individuando quindi la vittoria, molto controversa e combattuta fino all’ultimo, del lato bullish.
In effetti agosto consegna a settembre un mercato che sembra scegliere la via del rialzo e dei nuovi massimi storici: ma attenzione, settembre è piuttosto imprevedibile, e ancor di più nel periodo pre-elettorale.
Nei 16 anni elettorali successivi al 1957, settembre ha chiuso in positivo 9 volte, contro 7 volte in negativo. La media delle chiusure in positivo è stata del + 2.49%, quella delle chiusure in negativo del – 3.86%.
Il rapporto, anche se non i numeri assoluti, ricorda quello che accade nella prima decade, come dire che spesso settembre ha un risultato nel mese simile, anche se proporzionale, a quello che fa nella prima decade.
Prendendo a riferimento tutti gli anni, sono 67, dal 1957 al 2023, la media delle chiusure in positivo e la media delle chiusure in negativo varia di molto poco. Si inverte invece il numero delle positività rispetto alle negatività: 30 contro 37.
La banda di oscillazione calcolata con i due punti estremi alla chiusura del 30 settembre è quindi di 5440 dal lato basso e 5800 dal lato alto.
5440 non può non ricordarci il supporto che ha resistito dal 25 luglio all’1 agosto, preludio alla rottura successiva.
A 5550 viaggia la media mobile a 50 periodi e a 5400 la media mobile a 100 periodi. Se il mercato avesse voglia di ritracciare, 5440 diventa un livello importante da monitorare.
Dal lato alto la prima resistenza è nell’area 5724-5736, poco sopra il massimo storico.
Se il massimo oppone resistenza, potrebbe favorire una temporanea inversione e l’individuazione successiva di un nuovo punto di riacquisto.
I punti di inversione più frequenti con la consueta approssimazione di 2-3 giorni,sono il 3, il 10 e il 20 settembre.
Quest’ultimo è il punto di inversione potenzialmente più forte, spesso da un massimo a un minimo con tendenza a proseguire fino al 10-12 ottobre.
Nell’articolo pubblicato il 26 agosto scorso sulla dinamica del Vix a settembre, abbiamo una assonanza delle date del 10 settembre e di fine settembre come picchi più frequenti di volatilità.
Ne consegue che il giorno 3 settembre e il giorno 20 settembre (con le dovute approssimazioni) sono i possibili candidati a vedere delle inversioni da possibili picchi. Il 3-4 settembre potrebbe essere il tentativo di aggredire il nuovo massimo storico, con conseguente momentanea ritrazione e ricarica del prezzo.
Se questo avviene, potremmo vedere 3-8 giorni di ritracciamento, e poi la ripresa fino almeno al 20 settembre.
Il 20 settembre è scadenza tecnica trimestrale e il successivo riposizionamento dei grandi operatori ci darà qualche informazione in più sul prosieguo.
In quella data c’è una grande concentrazione di call, andata aumentando negli ultimi giorni, a 5700, 5725 e 5750.
I livelli 5600 e 5650, anche nei giorni immediatamente precedenti alla scadenza tecnica, sembrano essere stati presi di mira per possibili straddle (vendita contemporanea di call e put sullo stesso strike).
Tutto questo non sembra deporre, temporaneamente, a favore di un massimo di molto oltre il massimo storico prima del 20 settembre: ovviamente potrebbero esserci break out importanti e molto sostenuti con la conferenza FED o in presenza di qualche notizia particolarmente positiva, tale da rendere il mercato particolarmente euforico.
Non è quindi da escludere come lato alto del range il livello 5800, di cui abbiamo parlato sopra, anche se, dalla mappa del mercato, non sembrerebbe così agevole.
Per ora, monitoriamo il comportamento della prima decade, così come descritto se simile a come la probabilità statistica ce lo descrive.
Maurizio Monti
Editore
Traders’ Magazine Italia
P.S.: I punti di inversione possono essere dei massimi o dei minimi. Così, nella sequenza e nella necessaria approssimazione che comportano, punti di inversione consecutivi e vicini possono “fondersi” fra loro.
E’ questo il caso con il 3 e il 10 settembre, che potrebbero diventare un massimo o un minimo importanti, o entrambi.
Il DAX è spesso rialzista fino al 10-12 settembre, mentre perde inesorabilmente forza, dal punto di vista stagionale statistico, dopo tale data e fino ai primi giorni di ottobre. Negli anni elettorali americani tende a resistere sui massimi qualche giorno in più, fino ai giorni intorno a metà settembre.
Anche il Dow Jones nei primi giorni di settembre tende a tenere le posizioni, con possibili nuovi massimi, per cominciare ad indebolirsi poi all’interno dei giorni della prima decade.
Il Nasdaq, invece, inizia la stagionalità settembrina in deciso ribasso.
Il quadro settembrino, come è facile dedurre dai dati, è piuttosto complesso.
Parleremo ancora di Nasdaq, Dow Jones e DAX nei prossimi scritti, confrontandoli con l’S&P500.
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