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Musk: Il secondo uomo più potente del mondo, terza puntata

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Mercati in preda ad incertezza.

Se hai perso le prime due puntate, le trovi ai seguenti link:

https://www.traders-mag.it/elon-musk-secondo-uomo-piu-potente-mondo 

https://www.traders-mag.it/elon-musk-seconda-puntata

 

Paypal.
David Sacks fu l’ex direttore operativo di Paypal, il vero braccio tecnico dell’impresa. 

Nacque a Città del Capo, e crebbe nella diaspora degli Afrikaner, dopo che la sua famiglia si trasferì nel Tennessee (USA), quando era giovane.

Roelof Botha, nipote dell’ultimo ministro degli esteri del regime sudafricano dell’apartheid, Pik Botha, fu il direttore finanziario di Paypal. 

Al contrario di Sacks, divenuto successivamente grande sostenitore di Trump, ha mantenuto un profilo politico molto discreto, pur rimanendo molto vicino a Musk. 

Musk, Thiel, Sacks e Botha furono insieme l’anima fondatrice di Paypal.

Tutti a quattro hanno una componente di origine sudafricana, cresciuti nell’ambiente dell’estrema destra dell’apartheid e propensi a condividere una idea molto aleatoria della democrazia.

Propensi a creare, cioè, un modello di democrazia fatta di individui di serie A e individui di serie B, modello concepito come “normalità”, rispetto alle “curiose idee egualitarie” delle democrazie occidentali.

Sono in pochi a sapere che Paypal nacque da una creatura di Musk: si chiamava X.com, come ora si chiama il social che un tempo era Tweeter. 

X.com era una società di servizi bancari: Musk, nel 1999, decise di allearla con Confinity, la società di Thiel, fondatrice del marchio Paypal.

Successivamente Musk si dimise da amministratore delegato di X.com, subentrò il suo amico Thiel (che si liberò in questo modo di “soci in disaccordo con lui), e X.com prese il nome di Paypal nel 2001.

Paypal si sviluppò moltissimo fino a suscitare l’interesse di eBay, che la acquisì, per poi quotarla in borsa nel 2015.

 

La formazione di Musk
Facendo un passo indietro, gli anni della formazione di Musk in Sudafrica non erano tempi tranquilli. 

Nei sobborghi della popolazione nera scoppiavano ribellioni e rivolte, che portarono più volte alla dichiarazione dello stato di emergenza e a repressioni sanguinose da parte dello stato.

In quell’epoca, molti bianchi fuggirono dal paese, e gli Stati Uniti divennero una meta consueta per chi lasciava il Sudafrica, impaurito dal clima di terrore. 

I bianchi che rimanevano, spesso conservando rapporti a distanza con i fuggitivi, sostenevano i movimenti di resistenza neonazisti afrikaner, che si opponevano a qualsiasi indebolimento dell’apartheid. 

Musk rimase in Sudafrica fino all’età di 18 anni.

Andò a scuola prima a Johannesburg e poi alla Pretoria Boys High: una scuola per soli bianchi, vicino Pretoria. 

Nella scuola c’era una stranezza: fu ammesso il primo studente nero, perché figlio di un diplomatico straniero. 

Successivamente, furono ammesse altre eccezioni. La vita degli studenti neri in tale istituto scolastico, ovviamente, era tutt’altro che facile.

Musk ha un passaporto canadese per il rapporto della sua famiglia da parte materna con il Canada.

 

Il clima culturale degli Afrikaner.
Nel 1942, Vorster, che diventò poi il primo ministro del Sudafrica al tempo in cui Musk nasceva e cresceva, aveva dichiarato che il “nazionalismo cristiano” fosse un alleato del nazionalsocialismo tedesco. 

Il “nazionalismo cristiano” era il termine con il quale veniva identificata, da un punto di vista sociale, religioso ed ideologico, la cultura Afrikaner.

Per tali idee, Vorster, durante la guerra fu imprigionato, essendo il governo sudafricano alleato degli inglesi. 

Ma nel dopo guerra risorse ad una nuova carriera politiva, divenendo ministro della giustizia nel 1961 e cinque anni dopo primo ministro.

Il nazismo era stato sconfitto in Europa, ma il nazionalismo cristiano era più che mai attivo in Sudafrica: se nella Germania di Hitler il pericolo erano gli ebrei e i non ariani, in Sudafrica c’era il “pericolo nero”: lo “swart gevaar”. 

Nelle scuole, l’educazione nazionalista cristiana cercava di forgiare una “identità sudafricana”, inventando una singolare storia del paese. 

A Musk e Thiel fu insegnato che gli afrikaner, per lo più discendenti dei coloni olandesi, erano le “vittime” del conflitto sudafricano (un po’ come nella Germania nazista, i tedeschi di pura razza ariana venivano rappresentati come le “vittime” degli ebrei e della plutocrazie che essi governavano).

“nemici” degli afrikaner erano gli inglesi, avidi imperialisti, e i capi zulu, cioè i rappresentanti delle tribù delle popolazioni nere. 

Veniva data forte enfasi a giustificare e avvalorare l’apartheid come mezzo per proteggere la cultura nazionalista cristiana e persino la stessa esistenza degli afrikaner.

Nondimeno, nelle scuole di lingua inglese, la cultura afrikaner non era condivisa né sostenuta: la comunità bianca era quindi, al proprio interno, divisa e questo rafforzava l’ideologia degli afrikaner di considerare nemici sia gli “imperialisti” che i neri.

 

fine della terza puntata.

 

I mercati.
Sempre all’insegna dell’incertezza: nei nostri articoli precedenti,

(l’ultimo: https://www.traders-mag.it/attesa-fed/  , dove è citato il filo logico dei contenuti precedenti sullo stesso argomento)

davamo il rimbalzo iniziato venerdì 14 marzo in possibile prosieguo nella settimana passata, almeno fino a mercoledì 19 marzo.

Il 19 marzo, il future giugno dell’S&P500 toccava il massimo a 5770, per poi ritrarsi nella giornata successiva e mancare un totale recupero il venerdì 21, giorno di scadenza tecnica, dopo essere affondato fino a 5651. 

Il cammino fino a 5850, se ci sarà, sembra ancora complesso e irto di difficoltà.

In alcuni analisti, è subentrata una opinione positiva di “fine ribasso”: è ancora presto per dirlo, il mercato è pieno di incertezze profonde e rimaniamo, per ora, dell’idea di una spirale ribassista tuttora in corso.

 

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