Dallo scorso 21 novembre, è arrivato nei nostri cinema “Napoli-New York”, un piccolo grandissimo film diretto dal mai deludente Gabriele Salvatores, regista raffinato, capace di portare sul grande schermo storie umane profonde e vicine, dirigendo i suoi cast con maestria.
In questo lungometraggio, oltre ai due fantastici bambini protagonisti, figurano l’immancabile Pierfrancesco Favino, fin troppo presente nel nostro cinema, e colei che Tinto Brass scelse per il suo “Monella”, quando lei aveva solo 19 anni, Anna Ammirati.
Il film è stato girato, a dispetto del titolo, fra Napoli e gli studi di Cinecittà a Roma, ma, soprattutto, a Trieste, ricreandovi anche la Grande Mela; inoltre, a Rijeka in Croazia.
A Trieste, come leggiamo nel portale “Italy for Movies”, i set sono stati diversi: Palazzo Carciotti, Porto Vecchio, Salone degli Incanti, Stazione Marittima, Palazzo Berlam, P.za S. Giovanni, Chiesa S. Antonio, Caffè San Marco, Palazzo Vivante, Pasticceria Bomboniera, Stock e (solo esterni) Savoia Excelsior Palace.
Trama
Tutto parte da Napoli, dai suoi sobborghi e dalle macerie sotto alle quali ha trovato la morte anche la zia della piccola, piccolissima, Celestina, nonché l’unica parente della bambina.
Per la bimba il rifugio e la protezione stanno allora nel nascondiglio dell’amichetto di quartiere Carmine, che, tornando da una ronda alla ricerca di cibo, scopre Celestina a dormire in un palazzo abbandonato e pericolante. Scopre, anche, che l’amica gli ha mangiato una scatoletta di cibo tenuta da parte, così ora è lui a non poter mangiare. Distrutto dal sonno, se ne fa una ragione e crolla addormentato.
L’indomani, per entrambi, tocca trovare delle cibarie. La cosa non funziona benissimo, ma l’idea e l’opportunità arrivano a proposito: andare in America a trovare la sorella maggiore di Celestina, un pezzo di famiglia per lei e un cambiamento per lui.
Viaggiano clandestinamente nella stiva fino a che vengono scoperti dal commissario di bordo, Domenico Garofalo, ma riescono ad arrivare a destinazione, lasciando anche un segno in lui che, sposato senza figli, farà una riflessione con la moglie sui due piccoli orfani.
Il periodo nel quale è ambientato il film è quello dell’immediato dopoguerra, quando ci fu una vasta emigrazione di italiani oltreoceano che tentavano la fortuna nella desiata e lontana America.
Lo sbarco nella metropoli newyorkese è tanto affascinante quanto. Insidioso per i due partenopei, soprattutto quando scoprono che la sorella di Celestina sta in galera e quest’ultima si perde per le vie della Grande Mela.
Proprio New York, come accadde per tantissimi nostri connazionali allora, diventa la casa dei due bimbi che, nel frattempo, condividono i loro sentimenti nella volontà, da grandi, di sposarsi.
Regista
Gabriele Salvatores ha dichiarato alla Camera che Napoli è un teatro a cielo aperto e ha dichiarato grande amore al capoluogo campano: “senza Napoli non avrei potuto fare questo film, che è stato il più bello che abbia mai fatto, anche se, guardandolo, vedo gli errori.
È un film scritto da Federico Fellini e Tullio Pinelli nel 1948, eppure è incredibile come certi temi siano ancora attuali”.
Il film, all’epoca, non venne realizzato, rientrando in una serie di sceneggiature nate per mano dell’indimenticabile regista di capolavori come “La bella vita”, ma mai trasformate in lungometraggi, vuoi per superstizione dell’autore (relativamente ad una, un mago disse a Fellini che, se l’avesse fatta, sarebbe morto, perciò, essendo lui superstizioso, lasciò perdere senza esitazione) vuoi per casualità o altre ragioni del momento.
Recensione
Poesia, questo è “Napoli-New York” di Salvatores. Una gestione del cast, soprattutto dei due attori bambini, a dir poco bravissimi, che fa pensare di essere all’altezza delle grandi produzioni inglesi e americane, anche francesi, quando, in particolare, includono dei minori capaci di recitare con una intensità che da noi è solitamente rara.
La conclusione è una: straordinario il regista, complimenti!
Lo svolgimento, la trama e i dialoghi, le riprese e le immagini, le inquadrature, tutto è, in questo caso, sorretto ed elevato proprio dai primi piani della coppia di minori, dolcissimi e così veri, nonché perfettamente scelti per i ruoli.
Un consiglio? Vederlo. Una speranza? Che vada agli Oscar 2026, perché, se “Vermiglio” è una scelta poco comprensibile o quanto meno discutibile come candidatura nostrana alla statuetta d’oro, l’ultimo prodotto del grande Salvatores è, invece, un orgoglio nazionale con dei requisiti che a Hollywood potrebbero apprezzare.
Il mio voto al film? 9. Anche per premiare il nostro cinema.
Conclusione
Il film è uscito lo scorso 21 novembre, ma fortunatamente “Napoli-New York” è ancora nelle sale.
Alessandra Basile Attrice e Autrice. Ha collaborato con la Comunicazione Corporate di un’azienda. Ha una formazione in Life coaching (per un periodo ICF) e una laurea in Giurisprudenza. Presiede la Associazione Effort Abvp con la quale ha interpretato e prodotto diversi spettacoli teatrali a tematica sociale, fra i quali una pièce contro la violenza domestica, ‘Dolores’, della cui versione italiana è co-autrice Siae. Ha scritto ‘Films on The Road’, un libro sul cinema girato in Italia, edito Geo4Map. Scrive di film e spettacoli teatrali con l’occhio dell’Attrice, il suo primo mestiere, e intervista persone e personaggi, soprattutto del mondo dello spettacolo. Email: Alessandra.Basile@outlook.com Sito web: www.alessandrabasileattrice.com