Quale posizionamento è più favorevole ora?
Dal G20 di Venezia, a presidenza italiana, è nato un accordo che dovrà essere ratificato a ottobre.
Un accordo che propone una tassazione del 15% sulle multinazionali del web che fatturano più di 750 milioni di euro.
Curioso che sia stata l’elogiatissima presidenza italiana del G20 a sostenere l’accordo. In fatto di proporre tasse, al mondo, non ci batte nessuno (giusto o sbagliato che sia tassare le multinazionali dei Web).
Meno male che la presidenza è a rotazione o proporremmo di esportare l’IRAP come tassa mondiale sui costi, come in Italia.
Nel frattempo, negli Stati Uniti, il 9 luglio scorso, sulla CNBC, il reporter Ylan Mui ci informava che l’amministrazione Biden intende porre un serio limite anti-trust alle acquisizioni a raffica da parte dei giganti della tecnologia, con lo scopo di eliminare dal mercato eventuali concorrenti futuri.
Lo stesso sosteneva foxbusiness.com a cura del reporter David Cicilline: è imminente un intervento per tutelare la libera concorrenza, nel settore della tecnologia e del web.
Allora, tiriamo le somme. La tassazione, credo che prima o poi se la aspettassero. E poi, tutto dipenderà da come verranno applicate le norme nel mondo. Probabilmente, i giganti del web nei prossimi anni cominceranno a pagare, in proporzione, la metà o forse meno di quanto paga un operaio nel mondo occidentale.
Però, cominceranno a pagare e se la fame degli stati continuerà, come è presumibile che sia nel dopo-covid dei debiti a raffica, probabilmente pagheranno in modo crescente.
Ma una legge che colpisce la loro tranquilla abitudine di inglobare e far fuori i concorrenti potenziali ed acquisire sempre maggior potere nel capire come ci muoviamo, che cosa ci piace, dove vogliamo andare in vacanza … questo comincia a diventare pesante per il futuro dei campioni del web e della tecnologia.
Qualcosa che il mercato potrebbe prezzare parecchio …
Sarà una svolta per i tecnologici?
Negli ultimi 12 mesi, abbiamo più volte constatato la somiglianza di molti fattori fra l’attuale fase di mercato e quella che ha preceduto il grande top del 2000 per i titoli del Nasdaq.
Nel gennaio del 2000 c’è stata una pausa nella salita che assomiglia molto a quella che abbiamo visto a maggio del 2021.
Certo, condizioni diverse, rotazione settoriale post-covid nel 2021 … una condizione che non c’era nel 2000.
A marzo del 2000, due mesi dopo quella pausa, i tecnologici hanno cominciato a scendere.
Ora non sembra ci sia alcun sintomo di voler scendere e il mercato continua a comprare ogni ritracciamento del mercato e a sostenere i prezzi, apparentemente all’infinito.
Però, teniamo gli occhi aperti perché tasse e anti-trust per i tecnologici possono essere, insieme, un cocktail piuttosto duro da digerire per il mercato. Poi, di soldi ne continuano a girare tanti, e devono trovar pure una collocazione.
Ne abbiamo parliamo con Giorgio Pallini, al Martedì della Borsa: l’appuntamento c’è stato il 13 luglio scorso alle ore 21.15, abbiamo esaminato insieme i mercati e i titoli più interessanti sui quali posizionarci: clicca per iscriverti e vedi la registrazione.
P.S.: Sull’S&P500, il livello 4413 corrisponde, a nostro avviso, ad una possibile resistenza. Sul Nasdaq è molto più difficoltoso calcolare una possibile resistenza, perché sull’indice tecnologico tutte le statistiche sono saltate da un pezzo. Un po’ come dire, doveva scendere già mesi or sono.
Fra febbraio e maggio, sembrava essersi girato l’interesse degli investitori verso le azioni più tradizionali, con un breve boom del Dow Jones. Poi, tutto è tornato come prima, siamo in piena stagione-covid … le vaccinazioni, sì, ma tempi di recupero molto più lunghi e i tecnologici ancora in prima linea.
Non possiamo vedere il futuro. Ma certamente possiamo avere preziose indicazioni di come muoverci sul mercato. Clicca per iscriverti e vedi la registrazione.
Editore TRADERS’ Magazine ItaliaMaurizio Monti