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La nazionale femminile di calcio è come la FED

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Tanta passione, poco risultato

La nazionale italiana femminile di calcio è stata eliminata dai campionati europei. Un pareggio risicato con l’Islanda, una sconfitta bruciante contro le francesi, che sembravano le assolute dominatrici del campo, e una sconfitta contro un Belgio, invero insignificante, ma che è riuscito ad eliminare le nostre.
 
Peccato, veramente: vedendole, a partire dall’allenatrice, il loro viso rappresenta un entusiasmo raro, un vero desiderio di passione per il gioco, che facciamo fatica a vedere nei super-professionisti colleghi maschi. Una vera occasione mancata.
 
E’ un’occasione mancata anche quello che è avvenuto sul mercato negli ultimi 18 mesi.
 
Facciamo il punto.
 
Nel 2008-2009, arriva una gigantesca crisi finanziaria. La FED azzera i tassi e riempie il mercato di liquidità, una medicina che ha dimostrato, comunque, di funzionare. Infondere passione ai mercati con la liquidità: alla fine si tratta di questo, iniezione di fiducia e quindi di passione.
 
Problemi drastici richiedono misure drastiche.
 
Prima del Covid, la FED diede cenno di voler ripristinare una maggiore normalità operativa finanziaria, iniziando un presunto programma di aumento dei tassi.
 
Arrivò il Covid. L’economia si è fermata, e siamo tornati al 2008, tassi a zero e liquidità a pioggia.
 
Stavolta, la liquidità fu davvero a pioggia e coinvolse i bond e una grande quantità di denaro che arrivò nelle tasche dei cittadini.
 
Su una scala diversa sono state fatte manovre consimili anche in Europa.
 
Vedendo poi i fatti con il senno del poi (dobbiamo dirlo: così è più facile), a inizio 2021 la FED ha cominciato ad andare fuori di testa. E siccome noi seguiamo gli americani, abbiamo fatto lo stesso.
 
Era il gennaio del 2021 e l’economia mondiale dava evidenti segni di ripresa. Nel novembre del 2020 era stato annunciato il vaccino Pfizer, a seguire tutti gli altri, il mondo cominciò a vaccinarsi, le cose andarono gradualmente meglio.
 
In quel momento, la FED ebbe paura. Paura di fermare un processo positivo che si era innescato.
 
E la paura manda fuori di testa: ti risulta? ti è mai capitato quando il mercato crolla, tu sei lì con la tua posizione long e la paura ti paralizza? Ecco, Powell ha avuto paura del crollo mentre era long sul mercato …
 
Con l’economia che riprendeva, gradualmente, i tassi lasciati artificiosamente a zero, la domanda di beni e servizi che puntava verso l’alto, stimoli senza fine all’economia, e, infine, tanto per complicare il quadro, una serie di problemi nella catena degli approvvigionamenti, stavamo per firmare una cambiale collettiva ad una esplosione dell’inflazione.
 
Nel luglio del 2021, nei nostri contenuti, nelle interviste rilasciate alle TV che ci ospitano, negli eventi, abbiamo cominciato a delineare il quadro che si sarebbe formato: stagflazione, un mix di inflazione e recessione insieme.
 
Molti negarono l’evidenza, all’epoca: non sapendo neanche che cosa fosse la stagflazione, perché la memoria storica economica è sempre troppo breve, complice una sorta di euforia collettiva post-pandemica e il forte desiderio di continuare il sogno, la negazione del fenomeno stagflazione, o inflazione almeno, era la parola d’ordine.
 
Il guaio è che pure la FED è caduta preda di quell’euforia. L’Europa dietro, ovviamente.  
 
Un moderato ritorno verso una normalità economica con un piano graduale di aumento dei tassi e di riduzione millimetrica ma costante della liquidità pompata, fatto per tempo, avrebbe evitato lo shock inflattivo che stiamo vivendo.
 
Avremmo avuto borse meno brillanti, sì, ma avere visto l’S&P500 a 4800 e avere oggi una inflazione che tende verso le due cifre non è esattamente quello che desideravamo.
 
Oggi, la FED deve aumentare i tassi in modo frettoloso, ma l’inflazione è a livelli fuori controllo e ne avremo a che fare a lungo.
 
Come sempre accade, è piovuto sul bagnato, e il 24 febbraio 2022 la Russia regala al mondo l’invasione dell’Ucraina, preparandosi al proprio suicidio di qui a quattro anni (questo è quello che avverrà, e smettiamola di dire fregnacce allo stato puro sulla tenuta della grande Madre Russia, è incredibile la quantità di filo-putiniani usciti fuori dalle fogne come topi negli ultimi mesi), ma, nel frattempo, tracciando un solco fra oriente e occidente e pregiudicando in modo molto serio l’economia europea.
 
Il quadro è completo e non è dei migliori.

Il mercato ha fatto un bel rimbalzo dai minimi di giugno. Al momento è solo un rimbalzo e non una inversione di trend.

Il 27 luglio sapremo le decisioni della FED sui tassi di interesse. Ora è una medicina molto amara, che forse, data gradualmente in tempo utile avrebbe evitato la febbre post-pandemica dell’inflazione selvaggia.

In questo quadro, una corretta gestione di un portafoglio ben diversificato è la soluzione migliore da adottare.

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