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Chi sarà il nuovo Presidente degli Stati Uniti?

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Il momento per fondare il futuro 

Con tutti i problemi che abbiamo in Italia… vero? È legittimo pensare che prima degli Stati Uniti, dovremmo pensare a noi.

Che tu sia un investitore, un trader, un consulente finanziario, un professionista della finanza, un appassionato di temi finanziari … ebbene sai quanto è importante chi guiderà gli Stati Uniti nei prossimi quattro anni.

Cerchiamo di capire, almeno, gli umori che muoveranno i mercati di qui alla data delle elezioni negli USA.

C’è una corrente di pensiero che non riesce a non vedere Trump rieletto. Cioè che pensa: non può essere che Trump.

Racconta la nipote di Trump, Mary Trump nel suo libro “Too much and Never Enough” (leggilo, ne vale la pena): “Quando mio zio, nel giugno del 2015,  annunciò di volersi candidare per la Casa Bianca, non l’ho preso sul serio. Anzi, ero sicura che lui stesso non prendesse la cosa sul serio e che stesse cercando solo pubblicità per il suo brand”.

Trump è come la Democrazia Cristiana degli anni 70. Non trovavi nessuno che dichiarasse di votarla, ma nelle urne risultava sempre il primo partito. Trump è riuscito a schierare chi ama “essere contro”. E quindi è più facile trovare chi parla male di lui che non il contrario. E questo ha ingigantito la sua figura: è stata una operazione di marketing mai tentata prima, che mi risulti. Abbaio, abbaio, abbaio perfino alla Luna. E tutti diranno: “sta abbaiando”. È così che si diventa il bulldog più famoso del mondo.

È una semplificazione. So che Trump è soggetto a tante interpretazioni. Ma senza entrare nel merito della sociopatia e del narcisismo che Mary Trump attribuisce a suo zio, probabilmente, l’uomo sa fare marketing come pochi altri al mondo. E questo, ovviamente, lo rende un mito di tutti coloro che amano, più o meno segretamente o palesemente, il successo che lui ha costruito sulla sua persona più che su quello che ha fatto.

Veniamo a Biden. È ormai accertato che meno parla più guadagna voti. Ovviamente è la controparte di Trump a sostenerlo e se riesce a non far accorgere nessuno della sostanziale inconsistenza delle sue proposte, ha buone probabilità di farcela.

A me Biden ricorda Jimmy Carter. Anzi ci trovo delle affinità, anche in termini di periodo storico che viviamo. Carter fu eletto dopo Gerald Ford, successore di Nixon, esecutore di quella politica “Law and Order” che ricorda un po’ il periodo attuale. Non proprio bei tempi, così come non lo sono oggi. Una America in cerca di una propria identità, così come oggi cerca, forse invano, di essere “great again” e il destino cinese gli ha regalato il Covid, come lo ha regalato a tutto il mondo.

Il mio amico Raymond, dagli USA, grande interprete dei mercati finanziari, ha trovato un pezzo interessante, scritto nel 1976, due anni dopo le dimissioni di Nixon, e pochi mesi prima dell’elezione di Carter. Me lo ha segnalato, guarda se non sembra scritto oggi:
“I don’t have to tell you things are bad. Everybody knows things are bad. It’s a depression. Everybody’s out of work or scared of losing their job. Dollar buys a nickel’s worth, banks are going bust, shopkeepers keep a gun under the counter. Punks are running wild in the street and nobody seems to know what to do.”. Grazie a Beth Woody, editorialista MMA, da Network, film diretto da Sidney Lumet, 1976.

Se non hai voglia di leggere l’inglese, la traduzione potrebbe essere:
“Non devo dirti che le cose stanno andando male. Tutti sanno che stanno andando male. È una depressione. Tutti sono disoccupati o rischiano di perdere il loro lavoro. Il dollaro non vale più nulla, le banche stanno per scoppiare, i negozianti tengono il fucile sotto il banco. I punk stanno selvaggiamente percorrendo le nostre strade e nessuno sembra sapere che cosa fare”.

Era il 1976. La storia non si ripete, ma di sicuro insegna. Le elezioni a quel tempo premiarono Carter. Premieranno Biden questa volta? O l’ineffabile Trump riuscirà a risalire la china e trovare i voti per sconfiggerlo?

Nel frattempo, sul fronte valutario, il dollaro ha forse necessità di una ricarica. L’euro ha fatto un triplo massimo contro dollaro e l’USDCHF un triplo minimo. Il Dollar index dà segno, forse, di qualche reazione.

Nella chiusura di venerdì ci sono state divergenze significative sui tre indici principali americani. S&P500, nuovi massimi pre-Covid (considerando il 24 febbraio come data di riferimento pre-post Covid), Dow massimi ma ancora sotto il pre-Covid, e Nasdaq in ritracciamento.

Mani magiche continuano a comprare comprare comprare. Il prossimo punto di inversione, successivo a quello del 16 luglio, è dato dai nostri algoritmi per il 14-17 agosto più o meno quattro giorni. Siamo in quell’area e siamo in un contesto di un periodo che potrebbe essere piuttosto perturbato … guarda un po’ in Libano che cosa è accaduto.

Lunedì 10 agosto scorso, prima di alzare lo sguardo al cielo per lo spettacolo delle Pleiadi, abbiamo passato insieme un’ora di passione per la Cultura finanziaria con i webinar dell’Istituto Svizzero della Borsa. Insieme con Fabrizio Mastroforti, autore di Robin Forex sul sito di Raccomandazioni di Borsa, abbiamo esaminato  valute e cfd. Il Dollaro è arrivato in fondo o no? Clicca per iscriverti e vedi la registrazione.

P.S.: La realtà supera sempre la fantasia. E allora, l’unico modo è superare se stessi con la fantasia. Questo è il periodo giusto per inventare nuove cose. Davvero. Segui il flow della trasformazione in corso. È il momento dei progetti. E una saggia amministrazione di un portafoglio di trading o di investimento trova un posto d’onore nell’epoca che viviamo. Credi nella Cultura finanziaria e fonda un progetto su di essa. È la strada giusta nel momento giusto. Clicca per iscriverti e vedi la registrazione.

 

Maurizio Monti

 

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