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Pedro Almodóvar si porta a casa il Leone d’oro per “La stanza accanto” sull’eutanasia, grazie alla coppia Moore-Swinton e a un argomento scomodo

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Nel film, Martha chiama l’amica di vecchia data Ingrid per condividere con lei un momento molto difficile della sua vita, sentirla vicina e farle una proposta (quasi) indecente. Si tratta del primo lungometraggio in lingua inglese girato dal grande cineasta spagnolo. Il risultato di “The room next door” è stato il premio più ambito della Biennale cinema: miglior film. Voto: 8

F1) Pedro Almodóvar con Julianne Moore
Nella figura F1 Pedro Almodóvar con Julianne Moore in conferenza stampa.
Fonte/Credits: Ph. Alessandra Basile
F1) Pedro Almodóvar con Julianne Moore Nella figura F1 Pedro Almodóvar con Julianne Moore in conferenza stampa. Fonte/Credits: Ph. Alessandra Basile

Premessa
A farla da padrona in “The room next door” o “La stanza accanto”, film di genere drammatico, è l’eutanasia, un tema scomodo che tocca profondamente la sfera umana, ma anche quelle sociale, giuridica e politica.

Ricordiamo che il grande Almodóvar aveva già vinto un Leone d’Oro nel 2019, venendo premiato per la carriera alla 76° edizione della Biennale Cinema. Il motivo fu principalmente per la sua capacità di proporre sul grande schermo dei ritratti femminili originali, forti ma anche fragili, emotivamente ricchi, con enorme empatia ed una toccante autenticità. Ebbene, il film con cui si aggiudica Venezia 81 conferma tutto ciò in pieno.

Accennando alle straordinarie interpreti del film, Tilda Swinton ha affermato, in conferenza stampa che buona parte del lavoro sul e fuori dal set è consistito in un ricco confronto fra le 2 protagoniste e con il regista. L’argomento? La vita. Mentre sulla morte l’attrice ha commentato: “What can we say about death?”. Al massimo, si può parlare di come morire. Nella stessa occasione, Julianne Moore ha raccontato con un bel sorriso, come il suo rapporto con Tilda si sia rinforzato proprio per gli scambi fra le due: “Our relationship grew too”. Insieme, le artiste hanno definito quella fra i loro personaggi una storia d’amore vera e propria, intesa come unione di anime e affetto profondo. A unire e poi dividere Martha e Ingrid è solo lei: la morte.

Trama

F2) Pedro Almodóvar con Tilda Swinton e Julianne Moore
Nella figura F2 Pedro Almodóvar con Tilda Swinton e Julianne Moore in Photocall.
Credits: Giorgio Zucchiatti La Biennale di Venezia - Foto ASAC 
Fonte: Venezia 81, materiale stampa
F2) Pedro Almodóvar con Tilda Swinton e Julianne Moore Nella figura F2 Pedro Almodóvar con Tilda Swinton e Julianne Moore in Photocall. Credits: Giorgio Zucchiatti La Biennale di Venezia – Foto ASAC Fonte: Venezia 81, materiale stampa

Ingrid e Martha si erano conosciute a vent’anni. Entrambe professionalmente coinvolte in una rivista, l’una aveva intrapreso la carriera di scrittrice di romanzi semi-autobiografici e l’altra era diventata una reporter di guerra. Se la vita le aveva divise, ora era la morte a riunirle: Ingrid riceve una telefonata da Martha che le comunica di stare molto male, così le due si vedono, prima in ospedale e poi a casa della seconda, e ritrovano la loro grande amicizia del passato. La circostanza è, tuttavia, molto triste e spinge ai ricordi. Quando Martha rivela a Ingrid il suo piano, quest’ultima deve decidere se parteciparvi o meno, sapendo che altre amiche hanno già saputo e rifiutato. Sceglierà di starle accanto. Come accanto alla stanza di Martha, nella casa affittata da Martha fuori città nella natura, è quella predestinata a Ingrid, la quale, però, opta per una camera vicina ma non attaccata. Il piano, comunque, prenderà forma.

Il regista
Pedro Almodóvar ha detto con riferimento a Tilda Swinton e Julianne Moore: “Sono stato fortunato, perché hanno dato vita a un vero e proprio recital. (..) È stato un lavoro commovente e benedetto”.

Recensione

F3) Julianne Moore
Nella figura F3 Julianne Moore alla fine della conferenza stampa
Fonte/Credits: Ph. Alessandra Basile
F3) Julianne Moore Nella figura F3 Julianne Moore alla fine della conferenza stampa. Fonte/Credits: Ph. Alessandra Basile

Il lungometraggio è tratto da “What Are You Going Through”, il romanzo di Sigrid Nunez. Il film prende lo spettatore e non gli lascia nessuna scappatoia: il pubblico viene portato per mano lungo il percorso di Martha e fatto sentire nei panni di Ingrid, che dall’ansia di quanto dovrà avvenire si ritroverà nella pace pregna di sentimento del traguardo raggiunto.
La neve ha un colore rosa e simboleggia poeticamente, come la stessa Tilda ha dichiarato, la rinascita, la vita in opposizione alla morte o la vita che, comunque, c’è a dispetto della morte.
In questo film, l’eutanasia è, dunque, la vera protagonista di un cast tutto al femminile. Vi riconosciamo, tuttavia, anche un ottimo John Turturro.

Julianne e Tilda sono meravigliose, oltre che un esempio di professionalità e stile. A loro il regista ha impartito uno stile, a proposito, leggero, raffinato, rispettoso, ossia Martha e Ingrid non gridano disperazione, non si strappano i capelli dal dolore, non manifestano palesemente rabbia e paura; al contrario, sono contenute, sono accennate nella loro profonda sofferenza, hanno una delicatezza nel modo di relazionarsi fra loro e con il mondo. Così le ha volute Pedro, come lui stesso ha dichiarato in conferenza stampa. Così loro lo hanno seguito con un lavoro meticoloso di grande generosità e ascolto. Voto alle attrici: 10! 

Conclusione

F4) Tilda Swinton
Nella figura F4 Tilda Swinton alla fine della conferenza stampa.
Fonte/Credits: Ph. Alessandra Basile
F4) Tilda Swinton Nella figura F4 Tilda Swinton alla fine della conferenza stampa. Fonte/Credits: Ph. Alessandra Basile

Si potrebbe mettere in scena questo piccolo ma potente film; certo, con attori bravissimi. “La stanza accanto”, che, lo scorso 2 settembre, è stato presentato in anteprima al Lido, arriva nei nostri cinema il 5 dicembre p.v.. Da vedere. Voto: 8.

 

Alessandra Basile

Attrice e Autrice. Ha collaborato con la Comunicazione Corporate di un’azienda. Ha una formazione in Life coaching (per un periodo ICF) e una laurea in Giurisprudenza. Presiede la Associazione Effort Abvp con la quale ha interpretato e prodotto diversi spettacoli teatrali a tematica sociale, fra i quali una pièce contro la violenza domestica, ‘Dolores’, della cui versione italiana è co-autrice Siae. Ha scritto ‘Films on The Road’, un libro sul cinema girato in Italia, edito Geo4Map. Scrive di film e spettacoli teatrali con l’occhio dell’Attrice, il suo primo mestiere, e intervista persone e personaggi, soprattutto del mondo dello spettacolo.

Email: Alessandra.Basile@outlook.com Sito web: www.alessandrabasileattrice.com

 

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