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Perchè la Sterlina non è andata a 1.50?

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Erano in tanti a dare la sterlina contro dollaro a 1.50. Ma proprio tanti.

Con il mio amico Stefano Cezza, grande autore di Winning Dax, che lo dava assolutamente possibile ci abbiamo quasi litigato. No, non va a 1.50.

O, almeno, fa una fermata prima e significativa.

Un caro cliente aveva un interesse particolare a che la sterlina scendesse e ci chiedeva consiglio. Era metà maggio … si confermiamo, scenderà. Non sappiamo quanto ci mette, ma scenderà.

La storia recente si racconta con molta facilità.

Il 18 maggio la sterlina tocca 1.4220. Appena 20 pips sotto il massimo del 24 febbraio 2021. Ormai destinata a rompere i massimi, era la previsione comune.

21 maggio, 1.4234. Ci siamo, sta per rompere. No, continuiamo a dire. Scenderà. Questi sono massimi da cui scenderà. Non ci sarà nessuno sfondamento verso l’alto.

1 giugno, 1.4250. 10 pips sopra il massimo di febbraio, ma con una ritrazione molto forte in chiusura. Eccola che scende diciamo noi: classico movimento di falsa rottura mangia stop che andrà a demolire tutte le posizioni rialziste.

Per ben otto giorni di mercato aperto, la sterlina oscilla con i massimi fra 1.4180 e 1.4200. Dai che scende.

E il 14 giugno, eccola che rompe la congestione verso il basso. Il 16 giugno rompe la media mobile a 50, il 17 giugno si appoggia su quella a 100. Il 18 giugno la perfora a va nei pressi della media a 150 … dove staziona, lateralizza, cerca di romperla.

Arriviamo alla chiusura della settimana scorsa, 16 luglio. Area 1.3760, ma che fatica, appena sbavata sotto la media a 150. Ancora un piccolo sforzo e a 1.3670, più o meno, c’è la media mobile a 200. E su quella ci sarà da fare attenzione.

Perché eravamo convinti che una fermata a 1.4220/1.4250 era necessaria?

Da feroci contestatori di fibonacci, da tempo avevamo tracciato i nostri livelli che congiungono il massimo del 18 aprile 2018 con il minimo del 20 marzo 2020. Perché la sterlina è ancora dentro quel range.

All’87.50% di quel range trovi quota 1.40.

Nel top fatto a febbraio ha tagliato la testa alla volatilità degli ultimi giorni di rialzo e il movimento di discesa dal basso lo ha testato come resistenza. Non solo, la punta massima ha toccato il 93.75% del range, metà strada fra il massimo e l’87.50%.

Nel movimento di maggio-giugno 1.40, cioè l’87.50% del range, era la base della “corona del re” (noi chiamiamo così quella figura che disegna una testa incoronata quando il mercato fa un picco e ci indugia a lungo cercando di sfondarlo verso l’alto sempre di più, finché cade dalla parte opposta per disegnare la parte terminale della corona).

La base corona si è cominciata a formare a metà maggio e si è conclusa a metà giugno: punto centrale sul 93.75% del range anzidetto. Base 87.50%, massimo al 93.75%.

Probabilità di sfondamento? Da basse a molto basse.

Vedremo la sterlina a 1.50%? Se riuscirà a sfondare quell’area, dopo non so quanti tentativi. Secondo noi, non per ora. E con il dollaro in rafforzamento le probabilità sono ancora più basse.

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P.S.: Le probabilità. Se continui a guardare il grafico a 5 minuti o nel migliore dei casi quello a un’ora, o quello dell’ultima settimana, farai solo meno della metà del tuo compito di trader.

Inquadra il movimento di oggi all’interno del range o dei range più probabili: sono quelli dove i punti critici sono già stati verificati. Per fare trading oggi, bisogna partire dal 2018? E ti va anche bene, perché non ti ho spiegato il grande range ultradecennale … ne scopriresti delle belle.

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Maurizio Monti

 

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