Compressione in corso
Se prendiamo in considerazione l’intero orario delle 23 ore di contrattazione dell’S&P500 della giornata di ieri, abbiamo un range tipico dei giorni di ripresa della volatilità: 90 punti circa di range, minimo a 4098 e massimo a 4188.
Il rimbalzo è stato potente: il supporto toccato è una ben nota linea rossa, che i frequentatori del nostri webinar conoscono bene: è una delle due linee provenienti dai minimi del marzo 2009.
Il massimo ha cercato di forare, per la terza volta in pochi giorni, quel livello 4180, che è il massimo del 13 dicembre (ed anche del 13 settembre): noi riteniamo sia, anche, il 50% del range futuro dell’onda rialzista in corso, che vedrà il suo massimo, secondo i nostri sistemi, a 4570 (valore rettificato di qualche punto in meno rispetto alla nostra previsione pubblicata alcuni giorni fa: ma cambia poco).
Il mercato ha invertito decisamente la direzione, da una stanca latero-ribassista, a un rialzo forte e veloce dopo le parole di Powell: in realtà di nuovo c’era la notizia sul clamoroso non-farm payroll, sul quale Powell non si è fatto sfuggire l’occasione di dire che i tassi dovranno continuare ad aumentare.
Così, a rigore di logica, ma ormai la logica dove sta, i mercati avrebbero dovuto reagire in modo negativo: invece, la presunta interpretazione è stata di conferma di quello che già era stato detto nella conferenza dell’1 febbraio, dove il piano di aumento dei tassi sembra ormai una verità rivelata e di fronte alle certezze i mercati festeggiano.
Il mercato delle opzioni con Open Interest e Volumi, peraltro, confermavano i due livelli minimo e massimo, 4100 e 4200, come ben presidiati dai grandi venditori di put a call: così, probabilmente, ha poco senso di pensare alle parole di Powell e conviene, piuttosto, cercare di capire come i grandi operatori proteggono i loro interessi di profitto, che forse è l’unico fattore che realmente muove i mercati.
Mentre il mercato riprendeva valori più alti, la volatilità scendeva, a confermare, almeno in apparenza, che si trattava di una salita vera.
I valori del Vix rispecchiano l’andamento del mercato, con il minimo in area 17, toccato sul picco dell’S&P500 del 2 febbraio, e il massimo in area 20 toccato ieri sul minimo a 4098. Poi risalita del mercato, e stabilizzazione del Vix sul valore intermedio a 18.50: quasi una geometria.
Il Fear & Greed Index di CNN ora è su “Extreme Greed”, con valore di 79, quindi oltre 75, cioè nel quadrante del sentiment più ottimista.
Ieri era 74, all’estremo nord del quadrante “Greed”. Il dado dell’ottimismo che diventa euforia sembra lanciato. Ma attenzione, perché questo è il punto dove o si resiste o il cambio di sentiment può essere violento.
Esattamente un anno fa lo stesso indice era a 27, e stava per sprofondare sotto 25, passando da “Paura” (Fear) a “Paura Estrema” (Extreme Fear): il 24 febbraio avrebbe toccato il minimo assoluto dell’anno con l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia.
L’inversione paventata sul mercato è solo un ritracciamento due giorni? La bordata rialzista di ieri è stata una scarica di euforia: il timore che si tratti di una pantomima speculativa è molto alto.
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P.S.: Gli europei continuano a resistere in modo incredibilmente compatto. Se gli americani scendono, loro scendono meno o stanno fermi. Se salgono, continuano a salire di più.
Il mercato è entrato in compressione a febbraio e da qualche parte deve esplodere. Noi riteniamo che siamo nei pressi di una inversione calibrata, con ribassi moderati, sotto controllo, fino a trovare un ragionevole punto di supporto di ripartenza.
Ma il giornale di domani non lo legge nessuno e le reazioni rialziste sembrano essere ancora molto forti e vedendolo così il mercato non sembra avere voglia di scendere. Staremo a vedere.
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Maurizio Monti
Editore Istituto Svizzero della Borsa