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Poker e Trading, la potenza di Probabilità e Autocontrollo

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La Scala Reale delle Opzioni.

Benny Binion era il padre di due giovani, Jack e Ted.

Benny trasmise ai figli la passione per il poker. Era imprenditore titolare di un grande casinò a Las Vegas, l’HorseShoe Hotel & Casinò.

Padre e figli, insieme, furono i primi al mondo ad introdurre nel casinò il gioco del poker, grazie ad un efficientissimo sistema di sicurezza, per prevenire i bari, il vero problema che fino ad allora aveva frenato chiunque dal proporre il gioco del poker all’interno dei casinò.

Grazie a loro, il torneo di poker più importante al mondo venne spostato a Las Vegas, dalla precedente città di Reno: il World Series of Poker divenne uno degli eventi più importanti della capitale del Nevada.

Sotto la guida dei Binion, il torneo vide la prima edizione nel loro casinò nel 1970: parteciparono sette giocatori, la formula, molto originale, prevedeva che avrebbero dovuto sfidarsi in diverse specialità di poker con i loro soldi.

Alla fine, la competizione prevedeva che ognuno avrebbe votato per il giocatore migliore, in modo da eleggere il vincitore del torneo.

Neanche a dirlo, nel poker c’è un po’ di individualismo esasperato, ognuno votò per sé…

Binion non si perse d’animo e chiese di ripetere la votazione, ognuno doveva votare per il secondo migliore.

Il vincitore risultò essere Johnny Moss, destinato a divenire una leggenda del poker.

“Non puoi dire di avere giocato a poker, se non hai perso almeno una volta con Johnny Moss”, fu la candida ammissione di uno dei partecipanti.

Le World Series of Poker non ebbero immediatamente successo. I Binion dovettero faticare a lungo per ottenerne un ritorno concreto.

Una mano la diede loro il texano Thomas Preston, detto “Amarillo Slim”, vincitore del torneo nel 1972: “magro in un mondo di gente grassa”, come poi scrisse di se stesso in un libro autobiografico, Amarillo cercò di pubblicizzare la sua affermazione, organizzando un tour promozionale negli Stati Uniti.

L’attenzione mediatica su questo personaggio crebbe, tanto che il canale CBS Sports decise di seguire in diretta TV l’edizione delle World Series del 1973.

Amarillo Slim divenne una start, fu ospite del leggendario Tonight Show per undici volte, giocò a poker con Lyndon Johnson e Richard Nixon e acquisì la fama di una leggenda del poker. 

Per i Binion, fu il vero boom della World Series. Dai sette giocatori della prima edizione del 1970, trenta anni dopo, nel 2000 i giocatori erano quasi 5.000, e nel 2005 si toccò il picco con oltre 23.000.

I primi sette giocatori del 1970 non pagarono nulla per la partecipazione, ma ben presto, negli anni a venire, il torneo cominciò ad applicare una tassa di iscrizione, che variò nel tempo da poche centinaia di dollari ad alcune migliaia.

E questo permise di mettere in palio premi con cifre sempre più vertiginose.

L’avvento di Internet consentì di organizzare tornei satellite in tutto il mondo, che, con quote di iscrizione molto più basse, permisero a molti di qualificarsi alle World Series.

Nel 2003, Christopher Bryan Moneymaker (il cognome era proprio “Moneymaker” – destinato a divenire per forza una leggenda) vinse un torneo satellite con una quota di iscrizione di 39 dollari, fu qualificato a partecipare alle World Series, e si aggiudicò il primo premio di 2.500.000 dollari.

Oltreché che trasformare lui nella leggenda del Poker del nuovo millennio, creò il cosiddetto “Effetto Moneymaker”, la sua popolarità convinse molte persone che chiunque potesse vincere il torneo: ancora oggi i tornei satellite, nel mondo, sono frequentatissimi da gente comune che sogna di ripetere l’incredibile impresa di Moneymaker.

La capacità di giocare a poker da professionista viene considerata uno dei fattori di preferenza da alcune grandi case di investimento nel selezionare i trader da inserire nelle trading room.

Il poker è un gioco di probabilità e autocontrollo, prima che di fortuna: forse, se sei investitore o trader, tu ne sai qualcosa.

Se hai una Scala Reale, hai buone probabilità di vincere la mano a poker.

 

 

 

 

 

 

Maurizio Monti

Editore Traders’ Magazine Italia

 

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