Il dollaro statunitense, misurato dall’indice DXY, questa settimana è crollato di quasi il 4% nel suo punto di massima debolezza in quasi tre mesi (~106,4) dopo che l’ultimo rapporto sull’inflazione statunitense è stato inferiore alle attese nel corso della politica monetaria.
L’IPC principale di ottobre si è attestato al 7,7% intrannuale rispetto all’8,0% intrannuale previsto, raggiungendo il livello più basso da gennaio, un passo positivo nella lotta per ripristinare la stabilità dei prezzi. Anche l’indicatore centrale si è raffreddato, scendendo al 6,3% dal 6,6% precedente a causa di un forte calo dei costi sanitari.
I dati incoraggianti hanno rafforzato le argomentazioni a favore della Fed di rallentare il ritmo degli aumenti dei tassi di interesse il mese prossimo, con i trader che ora assegnano a un aumento di 50 punti base una probabilità superiore all’80% e quasi escludono un inasprimento dei tassi di 75 punti base a dicembre, come si vede nel grafico in figura 1.
Alla luce di questi sviluppi, il tasso terminale del FOMC, implicito nei futures della Fed del 2023, si è mosso al ribasso, innescando un forte calo dei tassi del Tesoro USA (vedi ultimo grafico). Sebbene un rapporto non cambia la tendenza e non sarà sufficiente per convincere i politici a cambiare rotta, potrebbe mettere un tetto ai rendimenti obbligazionari mentre i trader cercano di stare al passo con le prossime mosse della banca centrale. Il dollaro lotterà in questo ambiente.
Un altro fattore che potrebbe influenzare il dollaro nel breve termine è il miglioramento della fiducia, che si riflette chiaramente nel forte e furioso rally del mercato azionario registrato nelle ultime due sessioni. Se le azioni continueranno a salire nei prossimi giorni, le valute ad alto beta potrebbero estendere i guadagni rispetto al dollaro, aprendo la strada a ulteriori ribassi dell’indice DXY.
Sebbene i trader che hanno recentemente assunto posizioni ribassiste in dollari possano essere inclini a registrare profitti, innescando un rimbalzo tecnico, qualsiasi rimbalzo potrebbe rivelarsi transitorio fino a quando il Fedspeak o i dati macro in arrivo non lascino il posto a una nuova narrativa. Detto questo, l’equilibrio dei rischi a breve termine sembra incline al ribasso per l’USD.
Luis Carlos Marin Pinzon Ingegnere industriale alla “Universidad de América” in Colombia, Senior Trade Analyst con oltre 3 anni di esperienza in operazioni e analisi di mercato. Ha conseguito corsi certificati in Trading Professionale e Trading in Borsa, Gestione e Amministrazione di Portafogli nella Borsa Valori Colombiana (BVC), Principi di Investimento, Fondamenti di ETF, Analisi Tecnica Avanzata nel Gruppo Messicano Stock Exchange (GBM) e Fondamenti di Trading e Strategie Avanzate di Trading presso il Market Traders Institute (MTI). |