Il dollaro potrebbe trovare un sostegno temporaneo prima che la Federal Reserve si pronunci a favore di un taglio dei tassi.
Nei giorni e nelle settimane precedenti la riunione del FOMC della prossima settimana, i principali membri della Federal Reserve hanno avvertito che le aspettative troppo entusiastiche sui futuri tagli dei tassi sono troppo ottimistiche e che la Fed non intende tagliare il tasso di riferimento così rapidamente come previsto dai mercati.
Il grafico sotto mostra come le aspettative sui tassi futuri per tutti i contratti future sui fondi della Federal Reserve del 2024 siano da allora diminuite. Le linee colorate si sono spostate verso l’alto, indicando una minore probabilità di tagli dei tassi in generale dalla fine dello scorso anno.
Le probabilità di un taglio dei tassi sostengono il dollaro, ma la barra per un rialzo prolungato è molto alta.
I dati di accompagnamento hanno contribuito a far passare il messaggio della Fed come più caldo del previsto. L’IPC di dicembre ha rivelato una persistente pressione sui prezzi, anche se in gran parte influenzata da effetti base che ormai sono per lo più alle spalle. Inoltre, i dati PMI flash di gennaio sono stati forti, così come la stampa del PIL del quarto trimestre, nonostante il calo rispetto alla crescita del 4,9% del terzo trimestre.
I mercati azionari si impennano e il tasso di disoccupazione è ora ben al di sotto del 4%, il che significa che i guadagni “soft landing” o “golden road” sono di nuovo favorevoli.
Se la Fed vede rischi di rialzo per l’inflazione dei servizi a seguito dei dati forti, continuerà a procedere con cautela, ma si prevede che la dichiarazione complessiva si sposterà verso un tono più neutrale che potremmo vedere già la prossima settimana. Passare dall’aumento delle tariffe alla loro riduzione è un po’ come cercare di far girare una grande nave da carico.
Prima bisogna rallentare, poi girare prima di continuare nella direzione opposta. Prevedo che la prossima settimana assisteremo a una maggiore riduzione della velocità.
Il grafico seguente mostra la durata tra l’ultimo aumento dei tassi e il primo taglio degli stessi dagli anni Settanta. È interessante notare che la media di questi plateau può essere arrotondata a 6 mesi. Oggi ricorrono esattamente 6 mesi dall’ultimo aumento del tasso sui fondi della Federal Reserve.
L’euro appare vulnerabile nella prossima settimana
L’UE ha ricevuto di recente dati economici poco brillanti e anche gli indicatori di sentimento hanno perso parte del loro recente slancio. I dati PMI hanno continuato a contrarsi, mentre negli Stati Uniti si sono registrati sviluppi positivi. La prossima settimana i dati sul PIL dell’UE e della Germania potrebbero finalmente confermare una recessione tecnica, ma dai commenti rilasciati oggi dai membri della BCE sembra che la stagnazione sia considerata più realistica di una recessione. Questo secondo Vujcic della BCE.
Luis Carlos Marin Pinzon Ingegnere industriale alla “Universidad de América” in Colombia, Senior Trade Analyst con oltre 3 anni di esperienza in operazioni e analisi di mercato. Ha conseguito corsi certificati in Trading Professionale e Trading in Borsa, Gestione e Amministrazione di Portafogli nella Borsa Valori Colombiana (BVC), Principi di Investimento, Fondamenti di ETF, Analisi Tecnica Avanzata nel Gruppo Messicano Stock Exchange (GBM) e Fondamenti di Trading e Strategie Avanzate di Trading presso il Market Traders Institute (MTI). |