Mala tempora currunt.
La discesa dell’S&P500 di giovedì e venerdì scorso è avvenuta dopo un piccolo rally di rimbalzo, in coincidenza con il giorno della FED (31 luglio).
L’S&P500 future ha toccato l’area di tensione a cavallo del livello 5600 e da lì è stato proiettato verso il basso, come una molla che si estende con violenza.
La giornata di venerdì ha toccato volumi di vendita da panico, per alcuni momenti, facendo innalzare il VIX, come noto, a vette che non vedevamo dal marzo del 2023 e che costituiscono la massima accelerazione al rialzo del periodo negli anni elettorali (vedi il nostro articolo pubblicato ieri sul Vix sulla rubrica Borsa Magazine dell’Istituto Svizzero della Borsa https://www.istitutosvizzerodellaborsa.ch/vix-arrabbiato-estate-2024/ ).
La gamba di discesa dei due giorni è stata circa pari, come grandezza, alla prima onda, sviluppatasi fra il 17 e il 26 luglio. In pratica, in due giorni la seconda onda ha già fatto un tragitto pari a quello che la prima ha percorso in una settimana.
E’ evidente, quindi, la velocità di discesa maggiore: l’accelerazione ribassista ha quindi fatto toccare picchi di paura.
Dal punto di vista grafico, il prossimo supporto è dato dal minimo del 31 maggio: minimo molto tecnico, rimbalzo sulla media mobile a 50, con forte accelerazione rialzista che testimonia molto volume rialzista di posizione in quel punto.
Detto minimo, che oggi possiamo considerare dal punto di vista grafico il prossimo supporto, è a 5205. L’apertura del 31 maggio fu a 5250, è quindi presumibile che il vero supporto sia nell’area intermedia di quella zona.
A 5217 transita la media mobile a 150 esponenziale, classica stazione di arrivo dell’S&P500, valida, spesso, anche come punto di rimbalzo.
Mentre era in corso la discesa da panico di venerdì scorso, arrivavano sulle zeroday con scadenza oggi 5 agosto, poco meno di 9000 call a livello 5450 (quindi resistenza del giorno molto forte), e poco più di 10.000 put equamente distribuite a 5200 e 5150.
A 5200 andavano a consolidare un open interest già presente, che ora conta circa 7000 put.
Lungo la strada dalla zona della chiusura di venerdì a 5350, gli open interest formatisi nei giorni precedenti a venerdì scorso costellano il percorso in modo piuttosto debole a 5300, 5275 e 5250. Tali livelli, nati prima di venerdì scorso, non sono stati affatto rafforzati, indizio che non vengono considerati più supporti attendibili.
Credo sia realistico pensare di vedere l’S&P500 in questa settimana nell’area 5200-5220. La criticità sta nel modo in cui ci arriva.
Se dovesse riuscire a rimbalzare (la parte finale della seduta di venerdì’ ha visto qualche riacquisto, anche sui sottostanti delle Magnifiche), sarebbe un toccasana per attenuare la volatilità.
Il mercato dovrebbe recuperare una ragione meno rabbiosa di scendere, prendendo coscienza che la fuffa può essere smaltita a poco a poco. Ma sui tecnologici l’euforia rialzista è stata tale, che una reazione da panico, purtroppo, ci può stare.
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P.S.: Nelle ultime due Classroom avevamo parlato del 5 agosto come di un giorno possibilmente perturbato.
L’errore di un giorno ci può stare e speriamo vivamente che ad essere perturbato fosse il 2 agosto e non il 5. Perché se la perturbazione deve ancora arrivare, sarebbe peggio di una grandinata di palle da tennis….
Ad alimentare il clima arroventato, c’è anche il prossimo attacco a Israele da parte dell’Iran, che può muovere parecchio il mercato, specie in caso di reazione.
Mala tempora currunt. Speriamo che non sia vera la seconda parte sed peiora parantur …
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Maurizio Monti
Editore Istituto Svizzero della Borsa