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Quando il castello crolla, c’è chi guadagna

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La carta vincente.

Un Credit Default Swap (CDS) è un titolo con il quale un venditore garantisce al compratore un rimborso assicurativo nel caso di fallimento del sottostante del titolo .

I CDS hanno un mercato molto liquido, ma riservato agli istituzionali. Il loro prezzo altro non è che un “margine” di garanzia con il quale il venditore incassa un premio a fronte di una garanzia assicurativa prestata.

A seconda della “stagione finanziaria”, dei CDS si può parlare poco, affatto o molto.

I CDS furono uno dei temi principali della grande crisi finanziaria del 2007-2009: la quotazione dei CDS costituiva un vero e proprio bollettino di guerra dell’andamento del mercato.

I CDS acquistano valore quando il rischio di default del sottostante cresce. Perdono valore in caso contrario. Quando il default è conclamato, il venditore del CDS è tenuto a rimborsare il massimo valore di premio.

John Alfred Paulson nacque a New York nel 1955, dedicò l’inizio della carriera universitaria agli studi amministrativi, poi ripiegò su quelli economici, fino ad arrivare ad un MBA alla Harvard University.

La sua carriera professionale in finanza iniziò al prestigioso Boston Consulting Group, nel 1980. Nel corso di 14 anni, fino al 1994, cambiò società altre tre volte, transitando anche da Bear Sterns, acquisendo una eccezionale competenza.

Nel 1994 fondò il suo primo Hedge Fund, Paulson & Co, con 2 milioni di dollari e un solo dipendente. Il fondo crebbe e nel 2003 arrivava a gestire 300 milioni di dollari.

A metà degli anni 2000, il mercato immobiliare degli Stati Uniti viveva una fase di fortissima espansione: prezzi delle case alle stelle e domanda costantemente crescente, quando non esplosiva.

La politica dell’amministrazione Clinton aveva promosso “la casa per tutti”, lasciando una eredità di mutui ipotecari concessi a condizioni molto (troppo) favorevoli, e il boom era esploso proprio in quegli anni, successivi alla sua presidenza.

Paulson iniziò a sospettare che la bolla immobiliare sarebbe scoppiata, a causa della scarsa qualità dei crediti e della insostenibilità dei prezzi, arrivati a valori esageratamente gonfiati.

Decise di investire su tale propria convinzione, sorretta, peraltro, dall’analisi di migliaia di mutui ipotecari che aveva condotto insieme con il suo team. E cominciò ad acquistare CDS.

Ne combinò anche una che gli fece passare qualche guaio, insieme con Goldman Sachs. Da una parte finanziavano mutui a basso rendimento in Arizona, California, Nevada e Florida. Dall’altra Paulson scommetteva a leva sull’insolvenza di tali mutui.

La SEC avrebbe poi multato Goldman Sachs per 550 milioni di dollari, mentre graziò Paulson, perché aveva reso noto in modo molto trasparente la sua posizione long sui CDS e l’impegno del suo fondo a investire su tale segmento.

Fra il 2007 e il 2008, nell’arco di circa un anno, il fondo di Paulson guadagnò 15 miliardi di dollari, rendendo gli investitori felicissimi, dopo che molti di loro, nella fase di accumulo delle posizioni long sui CDS e prima che questi esplodessero al rialzo avevano espresso molte perplessità sulla validità della strategia adottata dal fondo.

Paulson guadagnò personalmente 4 miliardi di dollari, per i premi determinati dal meccanismo del fondo. Fu l’apoteosi della sua fama.

Tali guadagni toccarono il picco nel momento più nero della crisi finanziaria, quando Lehman Brothers fallì, trascinandosi dietro in un perverso effetto domino la finanza mondiale, e nei 60 giorni successivi.

C’è chi perde e chi guadagna…

 

 

 

 

 

 

Maurizio Monti

Editore Traders’ Magazine Italia

P.S.: In finanza, nulla si crea e nulla si distrugge, in teoria: il problema è che la leva crea quello che non c’è e lo fa apparire come se ci fosse: quando la leva scompare, il castello crolla.

Quando il castello crolla, devi essere pronto e sapere che cosa fare.

 

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