2011 e 2023 a confronto
A rimuovere lo stallo di lateralità dell’S&P500 ci ha pensato Fitch Ratings.
Che è riuscita, secondo noi con la inconsapevole collaborazione della Casa Bianca, a far scendere in contemporanea i tre indici principali americani, all’unisono.
L’S&P500 ha violato il supporto 4562-4570, posizionandosi sotto l’area 4550, con affondo intraday fino a 4528.
Il Nasdaq infrangeva il supporto 15500, disegnando una sinistra figura di doppio massimo vistosamente mancato.
Il Dow Jones si ritraeva dal doppio massimo di breve termine del giorno precedente.
Anche gli indici europei hanno decisamente intrapreso la strada del ribasso.
In realtà, Fitch, al di là del declassamento, ha fortemente criticato il sistema politico statunitense e le decisioni prese in ambito fiscale.
Il quadro fiscale a medio termine è sostanzialmente assente, dice Fitch, che prevede un “deterioramento fiscale” ulteriore nei prossimi tre anni e un debito pubblico in continua crescita, senza alcuna concreta volontà di limitarlo.
Gli Stati Uniti, continua Fitch, hanno compiuto solo “progressi limitati” nell’affrontare lo straripante aumento dei costi della previdenza sociale, Medicaid e Medicare.
A mettere un ulteriore carico da mille, Fitch ha criticato le continue soluzioni last minute adottate negli ultimi due decenni sull’espansione dei limiti del tetto del debito. Questo ha contribuito ad erodere la fiducia verso l’efficacia dell’indirizzo politico degli Stati Uniti, ivi compresa la sua politica fiscale.
Tutto questo avveniva circa due mesi dopo l’accordo sull’innalzamento del tetto del debito. Nel contempo, sarà una coincidenza, Trump è stato raggiunto da una nuova incriminazione per i suoi tentativi di ribaltare i risultati delle elezioni presidenziali del 2020.
Finisce che è difficile dare torto a Fitch …
Ci sono state due reazioni immediatamente indignate. E mentre quella della Yellen, ministra del Tesoro, è tecnicamente comprensibile, meno è quella che è venuta da Biden in persona, che ha parlato di “sfida alla realtà”.
Fitch ha detto ciò che sapevamo e di cui tutto il mondo è da tempo abbondantemente convinto.
L’impoverimento politico degli Stati Uniti è ampiamente testimoniato dal fatto che America 2024, con tutta probabilità, vedrà Biden contro Trump: e obiettivamente, questo, già di per sé, è un grande, forse il grande problema degli Stati Uniti.
Così, Biden avrebbe fatto meglio, a nostro avviso, a tenere un comportamento di molto più basso profilo: così facendo ha solo esaltato le criticità messe in rilievo da Fitch.
Per quanto riguarda l’impatto sul mercato, non riteniamo che sarà così forte e confermerà una probabile tendenza laterale o latero-ribassista della prima quindicina di agosto sui mercati americani.
Le prossime ore vedranno ancora debolezza sul mercato azionario.
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P.S.: Nel 2011, fu Standard & Poor’s a sorprendere i mercati con il declassamento del debito degli Stati Uniti. Nell’agosto di quell’anno, l’S&P500 scese del 5.7% e in settembre del 7.2%.
Nel mese di ottobre ci fu una ripresa potente che riportò i prezzi sopra i livelli precedenti al declassamento. Era stata solo l’occasione per un ritracciamento, sull’ordine di grandezza dei ritracciamenti che servono al mercato a prendere fiato.
E’ più probabile che qualcosa di simile, nel 2023, possa avvenire più avanti, dalla metà di settembre fino alla metà di ottobre.
Ora, propendiamo per un movimento più blando, utile a riconquistare posizioni favorevoli di acquisto.
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Editore Istituto Svizzero della BorsaMaurizio Monti