Random walk e analisi tecnica: quando il trading non è solo un percorso casuale

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Riceviamo da Money e pubblichiamo per i nostri lettori

La più importante teoria esposta dai detrattori dell’analisi tecnica è quella della Random walk, secondo cui il movimento dei prezzi è casuale data l’efficienza dei mercati: tutte le informazioni sarebbero incorporate nel prezzo corrente degli asset e le quotazioni si aggiusterebbero immediatamente non appena vi fossero delle novità.

Secondo i sostenitori della random walk il concetto di trend sarebbe inesistente. L’Ufficio Studi di Money.it ha provato a vedere se i movimenti dei prezzi di mercato siano casuali o meno e se sia possibile evidenziare (e ipotizzare) un trend secondo l’analisi tecnica.

La teoria del random walk e i suoi sostenitori
La teoria prese piede negli anni ’60, quando l’economista Eugene Fama pubblicò un articolo dal titoloRandom walks in stock market prices”. Fama si interrogava sulla presenza o meno di una qualsiasi correlazione tra il fattore prezzo e il fattore tempo.

Nelle sue ricerche, assieme al suo assistente Kenneth French, prese un campione di dati e li sottopose ad un’analisi statistica, affermando che l’andamento delle quotazioni non segue nessun percorso prevedibile. Secondo l’autore è quindi deleterio andare a ricercare conformazioni grafiche per guadagnare il vantaggio sul mercato.

Un altro sostenitore della “Random Walk” è Burton G. Malkiel, autore del libro “A random walk down Wall Street” in cui sostanzialmente afferma che lo studio dell’analisi tecnica sia una perdita di tempo. Secondo Malkiel chi sovraperforma il mercato dovrebbe ringraziare solo la Dea Bendata.

E i suoi detrattori
In diretta
contrapposizione a questa teoria, il libro “a non-random walk down Wall Street” scritto da Andrew W. Lo e A. Craig Mackinley illustra in maniera empirica che lo scorrere dei prezzi non è casuale. Anche Gregory L. Morris, nel libro “Manuale di analisi candlestick” offre spunti per smentire la teoria della “camminata casuale” accompagnando ogni pattern descritto ad una tabella che ne illustra in modo oggettivo l’efficacia.

L’osservazione costante del mercato effettivamente fa emergere la presenza di determinati pattern capaci di influenzare le quotazioni degli asset. Non tutti funzionano con le stesse probabilità statistiche, così come la loro efficacia può variare nel tempo in base all’evoluzione del mercato.

Va tuttavia evidenziato come la possibilità di prevedere l’andamento nel breve o nel medio periodo di un asset grazie all’uso dell’analisi tecnica non garantisca al trader di guadagnare e/o sovraperformare il mercato.

Proprio perché a volte l’analisi grafica funziona e altre invece no, molto sta alla bravura del trader. L’unione di conoscenze di analisi tecnica, analisi fondamentale, analisi statistica e money management contribuiscono a rendere un trader con più probabilità di guadagno e capace di adattarsi continuamente alle sempre mutevoli condizioni di mercato.

Parlando proprio di trend, nel grafico sottostante si nota come le quotazioni di Apple siano state caratterizzate da un fortissimo movimento rialzista dal giugno del 2016. Tracciando una semplice linea con i minimi crescenti, ecco che è possibile individuare un trend e soprattutto i punti di ingresso di acquisto, così come avvenuto ad esempio in occasione dei minimi del maggio 2018.

F1) Le quotazioni di Apple

Fonte: Money

 

Dalla Redazione di TRADERS’ Magazine