Giuseppe Di Giorgio è alla sua quarta opera. Recensione del film e intervista a regista e sceneggiatore.
W il cinema indipendente! Il cinema di chi ci crede al punto da rischiare in prima persona, facendosi carico di trovare, non solo la parte tecnica e artistica del progetto, ma anche quella, diciamo, economica. Sappiamo tutti, o possiamo facilmente immaginarlo, quanto sia dura ‘farcela’ fino a che non ti affermi. Inoltre, per questo tipo di mestiere e per l’ambito artistico in generale, non vi è una via chiara da percorrere (studi, tirocinio, concorsi, stage, …), dunque spesso talento, formazione, addestramento, determinazione sono necessari ma lungi dal bastare, ahimè. Lo dico, in primis, come attrice e, poi, come piccola produttrice teatrale, nonché come autrice e intervistatrice, non per vittimismo né mio né dei miei colleghi, bensì per una presa di coscienza collettiva: ogni piccolo successo è frutto più che mai di enormi sforzi dedicati e impegno serio, con la consapevolezza, riprendendo le parole di Giuseppe Di Giorgio, che siamo e restiamo (il cinema indipendente e tutti noi artisti non dello showbiz) una molla pronta a scattare in alto, quando il cinema dipendente e il mercato avviato lasciano lo spazio per farlo, e a tornare alla base con altrettanta velocità e forza, perché ‘dobbiamo ricordarci, per fare grandi cose, che siamo piccoli’. Lo dico in premessa: per favore sostenete il cinema indipendente e le piccole compagnie teatrali.
Stem Cell
Tre medici discutono di un nuovo strumento utilizzato nell’ospedale nel quale lavorano e operano. Subito dopo, un tragico delitto dà inizio a una serie di altri, quasi tutti compiuti in ambito ospedaliero di notte, cui dovrà porre un freno quanto prima il Commissario Lorenzo Aliprandi, con l’aiuto della fidata collega Vetrano, tra l’altro di lui infatuata, e di un giovane esperto di computer. La squadra omicidi è principalmente composta dai tre che, unendo le forze e miscelando le loro attitudini, sinteticamente investigativa, psicoanalitica e informatica, arriveranno alla soluzione, grazie a una serie di indagini mirate a comporre il puzzle, pezzo per pezzo, che li porrà di fronte a un pericoloso assassino pronto a tutto per la sua scienza. L’assassino, fin da subito è chiaro, è chi opera nel mondo dei dottori, ma sarà uno dei chirurghi, o l’infermiera, o uno dei capi reparto, o qualche giovane strumentista? Posso senz’altro dire che, fino alla fine, per lo spettatore è dura avere il sospetto giusto. Godibilissimo, diretto davvero molto bene, fotografia e riprese che non invidiano nulla a certi film delle Major, ritmo incalzante e storia appassionante, nessuna scena splatter, il che ne fa anche un film elegante, aspetto per me premiante. Quanto a Giuseppe Di Giorgio, che conosco da diversi anni e ho sempre ammirato per la sua volitività, l’ho intervistato prima della proiezione del 21 giugno 2021 a Milano, al Palestrina, un cinema che invito fortemente a conoscere. Direi che è stato formidabile nell’assumersi il triplo ruolo di regista, sceneggiatore e attore principale, inoltre occupandosi della scenografia (a lui nota, è un infermiere di Pavia) e producendo il film insieme a Maurizio Sala e ad Alessandra Montini. Accanto a lui molti attori, fra i quali la mia compagna di set, la coinvolgente Monica Russo, con la quale mi sono divertita quando ho girato una stupenda scena d’azione come medico d’emergenza, l’intenso Lorenzo Marangon e, permettetemi di evidenziarlo, l’ottimo Alberto Sette nei panni di un credibilissimo ed inquietante Professor Ferraresi, tutti armonicamente diretti da Di Giorgio. Complimenti anche a Maurizio Sala per la fotografia e a Mattia Basi per la bella colonna sonora proprio da brivido. Il mio voto al film è 7.
Dove trovarlo: il film uscirà in 60 sale italiane e poi approderà su Netflix, dunque sarà visionabile in streaming, come da intervista che segue; per ogni aggiornamento rinvio al web.
Trailer STEM CELL: https://www.youtube.com/watch?v=qCUglndtybw
F1) Giuseppe Di Giorgio con Roberto Attolini
La figura 1 mostra Di Giorgio e Attolini, regista e sceneggiatore di ‘Stem Cell’.
Fonte: per gentile concessione del regista del film
Intervista a Giuseppe Di Giorgio e Roberto Attolini, papà e zio di ‘STEM CELL’
Milano. Intervista avvenuta il 21 giugno 2021
Basile: In questi 5 minuti prima del film, dimmi, caro Giuseppe, come è nata l’idea di farlo?
Di Giorgio: L’idea è nata dall’incontro casuale fra due persone e un oggetto: il professor Paolo Gaetani – neurochirurgo di professione, prima all’Humanitas di Rozzano, poi al San Matteo di Pavia e, adesso, al Città di Pavia – aveva il libro ‘Stem Cell’ sottobraccio, del quale è autore e al quale il mio film è ispirato, ed io, nell’ incontrarlo, sono rimasto colpito dalla copertina, nera su sfondo verde con il titolo in rosso. Non avevo mai girato un thriller e mi sono sempre piaciuti i film drammatici. Gli chiesi cosa fosse, glielo strappai e gli dissi ‘ne faremo un film’. Lui pensò che la mia fosse una battuta. Ma mi erano già cominciate a scorrere delle immagini nella mente, quelle del film che avrei fatto. Aggiungo che ho sempre apprezzato Pavia scenograficamente.
Basile: Pavia e l’ambiente medico.
Di Giorgio: Sì, effettivamente ho esperienza nell’ambito infermieristico. Poi ho fatto leggere il libro a Roberto che l’ha finito in una nottata.
Basile: Siete un’accoppiata vincente professionalmente, no?
(Ricordo la mia intervista a Di Giorgio e Attolini per il loro primo film assieme ‘La scelta impossibile’: https://alessandrabasileattrice.com/wp-content/uploads/2018/11/IL-SIGNOR-CINEMA-INDIPENDENTE-2%C2%B0-Parte.pdf ,ndr).
Attolini: Questo è il secondo film insieme. È in fase di montaggio il nostro terzo (‘Finalmente libera’) ed è in cantiere il quarto (‘Tenebra’) che verte sul tema del femminicidio.
Di Giorgio: Tornando a ‘Stem Cell’, dalla prima lettura già eravamo entrambi convinti a farlo filmicamente. Mi era stato detto dall’autore di non modificare i personaggi della storia, così ho solo cambiato il sesso di qualcuno: non mi piaceva che ci fossero tre uomini alle indagini, ho preferito inserire una donna. L’intento era avere tre tipi di persone con tre messaggi eterogenei ma uniti: il commissario integerrimo e preciso, comunque da scoprire, l’ispettrice dolce, in grado di attivare un livello psico-emotivo, e il poliziotto hacker. È la ‘Triade del Virchow[1]’: flusso (del commissario che vede oltre), velocità (dell’ispettrice nel capire come imporsi con dolcezza) e coagulazione (come stallo, come situazione in stand by, nella quale avviene la fase dell’accesso ai computer).
Attolini: Aggiungo una piccola cosa: mentre con il primo film partivamo da zero, qui abbiamo avuto l’opportunità di concentrarci sui personaggi già esistenti, lavorando, per una miglior resa sul piano cinematografico, sul loro modo di essere, sulle loro caratterizzazioni, sulla loro stratificazione, ampliata laddove nel libro non risultasse sufficientemente sviluppata dal nostro punto di vista.
Basile: L’autore del libro ‘Stem Cell’ ha partecipato all’elaborazione della sceneggiatura?
Attolini: No, ci ha dato carta bianca (salvo la sua richiesta sui personaggi della storia). Noi abbiamo voluto trasformare qualcosa che funzionava come lettura in un qualcosa che potesse essere anche visto e sentito.
Di Giorgio: La sceneggiatura è a tre con Maurizio Sala, oltre a noi due, il quale ha inserito alcuni passaggi secondo la sua visione, sempre conciliando quest’ultima con la nostra.
Basile: Mi parli del budget, degli sponsor e dei tempi di ripresa di ‘Stem Cell’?
Di Giorgio: Il budget di un film così è sui 250.000/300.000 euro, ma non è ciò che abbiamo speso, abbiamo puntato soprattutto sull’arte, che non si compra e non si vende, ma si respira; i soldi servono fino a un certo punto. A sostenere la produzione, di cui mi sono fatto carico con Alessandra Montini e Maurizio Sala, sono intervenuti alcuni sponsor, fra i quali il Mondino e il San Matteo, entrambi di Pavia, dove abbiamo girato gran parte delle riprese, oltre a tanti altri più o meno grandi. Le riprese sono state totalizzate in 4 mesi e mezzo con 20 ore di lavoro al giorno.
F2) Locandina del film ‘Stem Cell’
La locandina del film ‘Stem Cell’ di e con Giuseppe Di Giorgio.
Fonte: per gentile concessione del regista del film
Basile: Prossime tappe del film, Giuseppe?
Di Giorgio: Il film girerà tutta l’Italia, comprese le isole. Non sappiamo le date precise, ma è possibile seguire le pagine per un aggiornamento in tempo reale. Le oltre 60 sale nelle quali verrà proiettato saranno a Roma, Napoli, Palermo, Venezia, Padova, Novara, Genova, Tortona, Pavia, …
Ecco alcuni link utili:
https://filmfreeway.com/STEMCELL ;
https://www.emerafilm.com/programmazione.html
https://www.facebook.com/stemcellfilm ;
https://www.instagram.com/stemcell_themovie/
https://www.instagram.com/giuseppedigiorgioofficial/
https://www.facebook.com/digiorgiogiuseppe
Basile: Chiudiamo con due parole su ‘Finalmente libera’ – previsioni di uscita? – e ‘Tenebra’.
Di Giorgio: Preciso una cosa: considero il cinema un mezzo potente di comunicazione. Ecco, i temi del nuovo film sono i giovani, la famiglia, l’amicizia. Tratta di chi finisce gli studi universitari o, comunque, è ben lontano dalla minore età e si affaccia alla società, intesa sia come lavoro sia come cambiamento radicale nella propria vita, e dell’importanza, in tal senso, di amici e famiglia vicini in questo percorso. È un film delicato che toccherà il cuore di molte persone. A settembre l’anteprima. Quanto al nostro progetto ‘Tenebra’, il tema principale sarà quello del femminicidio.
Conclusione
Saluto Giuseppe e Roberto, recupero il mio caro amico Marco, mio sostenitore, a teatro come nelle mie interviste e in qualsiasi cosa mi riguardi artisticamente, e ci andiamo a sedere vicino al cast, cui, seppure pochissimo, appartengo felicemente anch’io. Dopo un breve benvenuto di Giuseppe, la sala nella quale siamo tutti – separati, salvo eccezioni, nel rispetto delle vigenti normative anti-Covid – si immerge nel buio e la proiezione prende il via, creando da subito la giusta atmosfera da giallo. Dalla premessa alla conclusione: sostenete il cinema indipendente e le piccole compagnie teatrali, essendo spettatori dei loro film e delle loro rappresentazioni su palco. È tutta Cultura.
Alessandra Basile
Attrice e Autrice. Ha collaborato con la Comunicazione Corporate di un’azienda. Ha una formazione in Life coaching (per un periodo ICF) e una laurea in Giurisprudenza. Presiede la Associazione Effort Abvp con la quale ha interpretato e prodotto diversi spettacoli teatrali a tematica sociale, fra i quali una pièce contro la violenza domestica, ‘Dolores’, della cui versione italiana è co-autrice Siae. Ha scritto ‘Films on The Road’, un libro sul cinema girato in Italia, edito Geo4Map. Scrive di film e spettacoli teatrali con l’occhio dell’Attrice, il suo primo mestiere, e intervista persone e personaggi, soprattutto del mondo dello spettacolo.
Email: Alessandra.Basile@outlook.com Sito web: www.alessandrabasileattrice.com
- La Triade di Virchow: https://it.wikipedia.org/wiki/Triade_di_Virchow#:~:text=In%20medicina%2C%20la%20triade%20di,Lesioni%2Fdisfunzioni%20endoteliale. ↑