Recentemente la ministra del Tesoro americana, signora Yellen, ha posto come data limite l’1 giugno per l’estensione del tetto del debito: l’enigma con cui la Yellen ha a che fare è se democratici e repubblicani riusciranno a trovare un accordo di compromesso, che metta d’accordo le parti, al momento molto distanti fra loro.
I repubblicani hanno avanzato proposte che comprendono tagli rilevanti alla spesa e Biden ha risposto con molta durezza, sostenendo che è impossibile trovare un accordo su tali basi.
La situazione assomiglia molto a quello che avvenne nel 2011, sotto l’amministrazione Obama e la cosa non finì bene.
L’innalzamento del tetto del debito americano è avvenuta più di 70 volte nella storia, senza generare particolari problemi. I mercati salgono tipicamente sul carro dei vincitori e non si pongono il problema di chi vince e chi perde.
Nondimeno, i rischi concreti a fronte di un prolungato disaccordo, sono piuttosto gravi.
A parte il fermo della macchina amministrativa degli Stati Uniti, il rischio sulla credibilità del debito federale, il possibile intervento di ipotetico downgrade da parte delle agenzie di rating sono fenomeni che in questa particolare epoca storica potrebbero non essere trascurabili per i mercati.
Sotto la cenere dell’apparente riacquisita tranquillità delle borse, dopo la volatilità creatasi in marzo per il fallimento di alcune banche negli Stati Uniti, c’è in effetti una grande tensione.
Giugno non è un mese positivo per le borse, così, anche dal punto di vista esclusivamente stagionale, non dovremmo aspettarci grandi performance.
Un sell-off di fine maggio o inizio giugno, che si prolunghi durante le prime due o tre settimane di giugno, a fronte di brutte o pessime notizie sul fronte del debito non è da escludere.
I nuovi massimi fatti dalla borsa americana potrebbero essere massimi di temporaneo fine ciclo.
Da un altro punto di vista, mentre gli analisti guardano in modo sostanzialmente positivo alla ripresa del mercato azionario, dopo essersi convinti che il minimo di ottobre 2022 non verrà violato, è storicamente piuttosto difficile che una vera ripresa possa esserci senza un ri-test di supporti importanti.
E non siamo esattamente sicuri che l’affondo di marzo sia stato effettivamente il tipo di ri-test di cui il mercato ha bisogno per rigenerarsi in una effettiva e solida spinta rialzista.
Comunque vadano le cose, il mese di giugno sarà un test importante. E la prudenza in questo particolare momento è più che mai d’obbligo.
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Maurizio Monti
Editore