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Il rischio prima e dopo le elezioni

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Tornerà il sereno.

Biden aveva due evidenti interessi a cercare di convincere il governo israeliano a posporre l’intervento contro l’Iran e ad evitare il bombardamento delle produzioni petrolifere e nucleari.

Il primo interesse è cercare di valicare la data delle elezioni. Se Israele attacca l’Iran dopo il 5 novembre, per il partito democratico è molto meglio.

Il secondo interesse è evitare una salita incontrollata del prezzo del petrolio, che in qualunque momento avvenga creerebbe una nuova escalation mondiale dell’inflazione.

Il Vix si mantiene alto, mentre le borse, almeno in apparenza, continuano a perfomare.

Sappiamo che nella stagionalità pre-elettorale del Vix questo non è così anomalo, ma un livello intorno a 20 è comunque un indizio di incertezza, che non è per nulla detto sia solo dovuta alle elezioni.

L’attacco di Israele all’Iran, in qualunque momento avverrà, probabilmente, scuoterebbe il mercato. E se avvenisse prima delle elezioni americane l’onda d’urto potrebbe essere molto pericolosa.

Non solo, l’effetto sorpresa, anche dal punto di vista militare, sarebbe più significativo: e quindi, al di là delle dichiarazioni ufficiali, non trascurerei affatto questa ipotesi.

Nella giornata di ieri, l’S&P500 ha fatto un nuovo massimo storico, ma si è prontamente ritirato nel corso della seduta americana, facendo presagire nulla di buono nel brevissimo periodo.

C’è ancora spazio, peraltro, per il rialzo, nel corso della prossima settimana, mentre continuiamo a vedere molta turbolenza possibile fra il 25 e il 29 ottobre.

Potrebbe essere la parte terminale di una discesa che inizia nella settimana prossima, oppure solo un ritracciamento forte di uno-due giorni.

In ogni caso, quel periodo può coincidere con un picco di volatilità.

Nel dopo elezioni, un risultato di netta vittoria dell’uno o dell’altro candidato sarebbe salutare dal punto di vista della volatilità.

Lo scenario più rischioso sarebbe una vittoria molto risicata di Kamala Harris: che potrebbe dare origine a qualche disordine o forma di instabilità, che non possiamo escludere possa creare un impatto negativo sul mercato.

Se Israele si fosse convinto, poi, ad attaccare l’Iran dopo le elezioni, il rischio di cui abbiamo parlato sopra si protrarrebbe oltre la data del 5 novembre.

Continuiamo a ritenere che l’esposizione di portafoglio in questo periodo deve essere molto contenuta ed ispirata a principi di massima prudenza e di difesa da esplosioni di volatilità.

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P.S.: Tornerà il sereno, prima o poi. Per ora teniamoci le nuvole nere, ma sappiamo come difenderci dagli uragani.

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Maurizio Monti

Maurizio Monti

Editore

Istituto Svizzero della Borsa

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