2025, rollercoaster?
“Quando finiscono i compratori, perché hanno già comprato, è il momento in cui si comincia a scendere.”
Non è molto bello auto-citarsi, ma la frase è tratta dal nostro articolo di ieri, pubblicato sulla rubrica Ultima Ora L’indicatore che dice ribasso delle borse.
Nell’articolo abbiamo parlato dell’ Investors Intelligence, indicatore di sentiment attivo fin dagli anni sessanta: impreciso nel timing, ma sempre efficace nella previsione di massima del sentiment futuro.
Abbiamo visto l’indicatore segnare tempo perturbato per il 2025, con almeno una discesa importante, il cui inizio può svilupparsi in qualunque momento da ora alla metà dell’anno 2025.
Più probabilmente, secondo noi, dopo aprile.
Ciclo a breve termine.
La prossima settimana inizia la 19esima settimana dal minimo del 5 agosto, considerato come fine del ciclo a 16-24 settimane precedente.
Questo significa che secondo la statistica dei cicli di breve termine abbiamo molta probabilità di una correzione che potrebbe esserci nelle prossime 6 settimane.
La scorsa settimana i tre indici hanno mostrato comportamenti divergenti di cui c’erano i primi sintomi già nella settimana precedente, con il disallineamento del Dow, in fase di chiusura settimanale, con l’S&P500 e il Nasdaq (ne avevamo parlato anche nell’editoriale della scorsa settimana: La diciottesima settimana dal minimo del 5 agosto.
La divergenza si è manifestata in modo ancora più evidente la scorsa settimana con i tre principali indici che sembravano andare in ordine sparso.
E’ finita in questo modo:
- il Dow Jones ci ha mostrato cinque giorni di ribasso pieno e continuato, che si aggiungevano ai due di giovedì e venerdì della settimana precedente – completando così una sequenza di sette giorni negativi.
- Il Nasdaq è andato a fare un nuovo massimo storico, ma la debolezza sul titolo Nvidia, in fine settimana, ha trascinato al ribasso le altre Magnifiche, malgrado si fossero consolate a metà settimana sulla notizia del nuovo chip di Google per la Intelligenza Artificiale.
- L’S&P500 si è incastrato in una oscillazione su e giù fra 6100 e 6050, ma venerdì, sia pure per poche ore, dopo uno spunto rialzista che è sembrato più una raccolta di liquidità per scendere in modo più fluido, la sensazione era che il listino non fosse più sostenuto da alcun acquisto.
Questi sintomi fanno maledettamente assomigliare il mercato di questi giorni a periodi tutt’altro che tranquilli: il ricordo di un dicembre come il 2018, che colse di sorpresa tutti, è quello che serpeggia sotto la cenere.
I prezzi delle opzioni OTM continuano a confermare questo timore nascosto, che evidentemente coinvolge i Market Maker.
Nella rubrica Analisi di Mercato dedicata agli abbonati a Traders’ Magazine, ieri mattina abbiamo pubblicato un articolo La grande paura può diventare realtà? dove abbiamo mostrato gli indicatori che testimoniamo che i mercati stanno avviandosi verso una fase molto delicata:
Stagionalità a breve termine.
Nondimeno, la stagionalità è tutt’altro che sfavorevole nei rimanenti giorni di dicembre (così come abbiamo mostrato nella Classroom di martedì 10 dicembre e come mostreremo ancora in quella di oggi 17 dicembre – un altro motivo per abbonarti a Traders’ Magazine se vuoi avere queste informazioni in anteprima e canale dedicato).
La metà di dicembre, nella stagionalità dell’S&P500, coincide spesso con un minimo relativo, da cui il mercato cerca di risvegliarsi nei giorni successivi e, soprattutto, fra Natale e Capodanno.
Le ricorrenze stagionali dal 16 al 31 dicembre, da quando esiste l’S&P500 (1957), sono le seguenti:
- Nei 16 anni elettorali, 10 volte è salito con una media dell’1.6%, contro le 6 volte in cui è sceso con una media dell’1.3% ;
- Nei 34 anni pari (ciclo a due anni degli anni pari), 22 volte è salito con una media del 2.27% e 12 volte è sceso con una media del 1.54%.
- Nei 47 anni bullish, 37 volte è salito con una media del +2.19% e 10 volte è sceso con una media dell’ 1.14%.
In tutti i 67 anni, senza distinzione, 49 volte è salito con una media del + 2.12% e 19 volte è sceso con una media dell’1.49%.
Complessivamente c’è un 72% di probabilità che l’S&P500 il 31 dicembre sia più alto del 16 dicembre.
Questo non significa che sarà così: significa che questa è la probabilità calcolata.
La stagionalità volge al brutto in febbraio: questo dato non è però in linea con l’analisi ciclica di breve termine (andremmo oltre le 24 settimane di ciclo per vedere il prossimo minimo e la probabilità che questo accada è piuttosto bassa).
Nel prossimo articolo.
Esamineremo gli indicatori di rischio, unitamente all’analisi grafica, per avere un quadro ancora più completo della seconda quindicina di dicembre.
Sarà un 2018 o sarà un tranquillo dicembre stazionario-rialzista?
Webinar.
Sul nostro canale webinar, parliamo di Dinner, il modo per farsi offrire una cena per due alla settimana da parte del mercato: ci aiutano le opzioni di breve termine, insieme con l’immancabile protezione di una strategia anti-vola che rende inossidabile alla volatilità il nostro profitto.
Clicca per vedere il webinar.
Maurizio Monti
Editore
Traders’ Magazine Italia
P.S.: Hanno finito di comprare? Diciamo che sono nella fase conclusiva.
Se tutto andrà come deve andare, avremo un ribasso di 2-5 settimane, in qualunque momento entro gennaio: e sarebbe solo una pausa riflessiva per offrire agli investitori più occasioni di acquisto.
I guai potrebbero venire più avanti, dopo aprile del 2025. Ne parleremo ancora.
Condividi con noi la grande Cultura dei nostri sistemi in opzioni: clicca per vedere subito il webinar.