Vogliamo esserti sempre vicino e il nostro Customer Care risponde 24 ore 365 giorni l'anno. Per i tuoi quesiti di Cultura Finanziaria o per raccontarci la tua esperienza di trader o investitore chiama 0230332800 oppure manda un sms o un whatsapp al 3208756444 o manda una email a info@traders-mag.it

Se le imprese americane abbandonassero la Cina?

Ultima ora

Scelti per te

Crederesti chi ne verrebbe favorito? 

Si è consumato il grande evento dei 100 anni dalla fondazione del Partito comunista cinese.

Il male, alle volte, sopravvive a lungo. E voglia scusare la mia franchezza chi riesce ad apprezzare che esistano ancora Partiti Comunisti Unici.

I rapporti fra Stati Uniti e Cina non hanno mai raggiunto livelli di tensione come quelli attuali.
 
Nel 1972, fu Nixon a cercare un avvicinamento con la Cina dell’epoca. Così profondamente diversa dalla Cina del 2021.
 
Osservando la storia recente, le decisioni prese da Xi Jinping, dal momento della sua salita al potere nel 2013, hanno fatto salire di molto le tensioni fra i due Paesi.
 
L’amministrazione Trump non è stata amichevole con la Cina, istituendo una serie di tariffe e dazi all’importazione e, soprattutto, inserendo molte aziende cinesi in black list, per limitare i loro rapporti commerciali con gli Stati Uniti.
 
Nel 2020, il consolato cinese a Houston è stato chiuso d’autorità, per attività contraria agli interessi degli Stati Uniti. Un gesto che rappresenta molto bene l’aumento di tensione graduale fra i due Paesi.
 
Non ha aiutato la situazione di Hong Kong, né tanto meno, il Covid-19.
 
Ma c’è una bomba ad orologeria che sarebbe potenzialmente devastante se dovesse scoppiare. Si chiama Taiwan.
 
La Cina considera Taiwan una provincia che si è rinnegata e che, come tale, va prima o poi riunificata. Escludendo che Taiwan intenda “riunificarsi” alla Cina, l’unica opzione sarebbe una invasione cinese dell’isola.
 
Gli Stati Uniti hanno venduto miliardi di dollari di armi a Taiwan per metterla in condizione di difendersi da sola. È però notizia recente, non molto diffusa dai media occidentali, che Biden ha ordinato una esercitazione militare nel Mare Cinese Meridionale.
 
In caso di invasione di Taiwan, è tutt’altro che da escludere un intervento militare americano.
 
Nell’estate del 2020, il direttore dell’FBI Christopher Wray ha fornito dati sconcertanti sulla tensione in essere fra i due colossi economici mondiali, dichiarando che nel lungo termine la minaccia maggiore per gli Stati Uniti è costituita dalle azioni di spionaggio cinese.
 
L’FBI apre un nuovo caso di indagine per spionaggio da parte della Cina ogni 10 ore. Non solo, la metà di tutti i casi aperti riguardano controspionaggio contro la Cina.
 
La percezione pubblica nei confronti della Cina è assolutamente avversa: il 45% degli americani, secondo un attendibile sondaggio, ritiene che la Cina sia il nemico pubblico numero degli Stati Uniti.
 
Il grande rischio per gli Stati Uniti è avere consentito alla Cina di detenere approvvigionamenti strategici indispensabili per l’economia e addirittura per il sistema di difesa statunitense.
 
Tale situazione non potrà durare a lungo: il Dipartimento di Difesa americano ha lanciato un allarme importante sulla dipendenza dell’esercito americano da tecnologie e strumenti prodotti in Cina.
 
Come dire che gli Stati Uniti dipendono dal loro nemico pubblico numero uno.
 
La situazione Stati Uniti-Cina non può continuare in questo modo.
 
Gli Stati Uniti, per la loro stessa sopravvivenza, non possono più consentire la delocalizzazione in Cina di componenti strategici troppo importanti per la difesa e l’economia. E l’Europa dovrebbe essere più che mai consapevole che solo una reazione forte e rapida degli Stati Uniti può salvaguardare anche gli interessi del nostro Continente.
 
Il Messico sembra attendere quel momento: sarebbe l’area di delocalizzazione più favorevole per le imprese statunitensi che dovessero abbandonare la Cina, spinte dal governo degli Stati Uniti. È probabile che potrebbe esserci uno scenario molto interessante nel medio periodo per investimenti nell’economia messicana.
 
Il mondo è diventato piccolo e con un click puoi investire nell’economia di qualunque Paese. Ma comprendere gli scenari non è l’unico elemento per sapere investire.
 
In un imperdibile webinar in multi-edizione, insieme con Daniele Lavecchia, abbiamo esaminato quali sono le metodologie più efficace per impostare un portafoglio azionario profittevole. Approfittando anche del momento sulle criptovalute, dove possono esserci condizioni interessanti di acquisto.
 
Clicca per iscriverti e vedi la registrazione.

P.S.: Sì, la nazione favorita potrebbe essere il Messico. Vicino di casa degli Stati Uniti, questi risolverebbero anche una parte dei loro problemi di immigrazione illegale dal Sud. Portando benessere, invece che costruire muri.

Per investire correttamente, è necessario conoscere. Non parleremo di Messico, nel webinar, ma di sicuro troverai informazioni eccezionalmente utili per posizionare il tuo portafoglio.

Clicca per iscriverti e vedi la registrazione.

Maurizio Monti

 

Editore Istituto Svizzero della Borsa

Webinar: clicca per iscriverti gratis

Abbonati a Traders' Magazine Italia

A partire da 63€/10 mesi

Riceverai ogni settimana la versione digitale, di TRADERS’ Magazine