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Se non avete nulla da raccontare ai nipoti

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Tranquilli, ora c’è Trump.

Era il 2 aprile e c’eravamo anche noi.
La giornata del 2 aprile, effettivamente, ha il diritto di passare alla storia. 

Non come Liberation Day degli Stati Uniti ma come il giorno che più di altri ha contrassegnato il caos assoluto dei mercati americani. 

Nel corso della mattina, l’S&P500, piuttosto tonico nella giornata precedente, ripercorreva a ritroso il cammino fatto, ripiombando di nuovo nell’area immediatamente sopra 5610. 

La sessione americana apriva e accadeva quello che accade spesso: gli americani si buttano a comprare quello che gli altri hanno venduto, offrendo loro su un piatto d’argento prezzi più favorevoli.

Nel corso della mattina, nella Classroom, eccezionalmente essendo un mercoledì, avevamo previsto un rialzo, commentando che il senso di tale rialzo potesse essere di vendere meglio da più in alto. 

In effetti, l’S&P500 andava ad esplorare prima l’area 5725, poi 5750.

 

Il mercato è chiuso, i future lavorano ancora per un’ora.
Arriva la conferenza di Trump, iniziata alle 22.04 circa, ora europea.

Preambolo iniziale di grande trionfo prossimo delle politiche americane, poi Trump esce con un dato: 10% di tariffe base come dazi.

Immediatamente le agenzie di stampa battono la grande notizia: i dazi sono il 10% per tutti. 

Il mercato accettava questa impostazione e l’S&P500 andava a lambire quota 5775, fermandosi due punti prima. 

Se fosse stato così, probabilmente avremmo assistito all’inizio di una nuova performance delle borse.

 

Invece….
Poi, Trump tira fuori un tabellone … 

Contrordine, avete capito male. Macché 10% per tutti …. 

E comincia una disamina di cannonate che l’America di Trump spara contro il resto del mondo, anche verso verso gli alleati storici degli USA, divenuti di colpo i parassiti da colpire. 

34% con la Cina, 20% con l’Unione Europea, 46% con il Vietnam, 32% con Taiwan (Pazzesco, vero?), 24% con il Giappone … e così via in una lunga lista.

L’S&P500 rimane incredulo per un paio di minuti. Sì, è uno shock, la notizia era uscita così contraddittoria che appariva incredibile. 

Poi L’S&P500 scende da 5773 a 5566 in circa 20 minuti: più di 200 punti. 

Alle 23 i future chiudono una giornata vicina all’incredibile.

 

La notte.
Quando leggerai questo articolo, sarà passata la notte.

Noi che lo scriviamo pensiamo con terrore al mercato giapponese che aprirà fra un paio d’ore.

 

Non più sul carro dei vincitori.
Larry Fink, il grande patron di BlackRock aveva detto: -3% sull’S&P500 dopo che  Trump avrà parlato.

Temo si sia sbagliato per difetto, perché vedendo come è sceso, per di più fuori orario, con i sottostanti fermi …. 

Fink ha anche aggiunto: “Stiamo giocando con la dinamite”.

Ma il coro, stavolta, è unanime.

Da Jamie Dimon (JP Morgan) a David Salomon (Goldman Sachs) a Ray Dalio (Bridgewater), tutti parlano di suicidio dell’America. 

Wall Street è furibonda. Nulla di peggio per i mercati.

 

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