Lo spuntone di roccia cederà.
Lo scopo di questo articolo è proseguire la narrazione intrapresa domenica 2 giugno, con “Un giugno ‘infido’ per le Borse” (https://www.traders-mag.it/giugno-infido-borse/ , Rubrica Ultima Ora, del sito di Traders’ Magazine Italia) e con “La navigazione incerta delle prossime settimane”, (https://www.istitutosvizzerodellaborsa.ch/navigazione-incerta-prossime-settimane/ , Rubrica Borsa Magazine del sito dell’Istituto Svizzero della Borsa).
Nella settimana trascorsa, abbiamo visto il previsto calo della volatilità misurata dal Vix: dal massimo del 30 e 31 maggio, il Vix ha chiuso la settimana al valore di 12.22, nell’area che definiamo di “bassissima volatilità”, perché inferiore al nostro supporto statistico di “bassa volatilità” collocato a 12.62 .
Nel contempo, l’S&P500 future ha toccato un nuovo massimo storico venerdì 7 giugno, nella giornata successiva alla nostra previsione (che dava come area temporale di maggiore probabilità per il massimo il 5-6 giugno): come avvenuto nella settimana precedente, l’ultima ora di contrattazione ha visto volumi molto significativi, con una chiusura in ritrazione nell’area 5350/5355, rispetto al massimo a 5385.
Altrettanto significativo quanto avvenuto a ridosso del non farm payroll, dove il minimo è andato a sondare l’ormai celeberrima area 5330/5333, corrispondente al massimo del primo aprile, per poi ripartire in modo brillante fino al massimo anzidetto di 5385 e andare poi a chiudere a metà strada.
Il Vix1D, che, ricordo, misura la volatilità delle opzioni zeroday, venerdì scorso, ha chiuso in negativo: che preannuncia nel breve termine un possibile nuovo massimo o comunque un massimo più alto di quello di venerdì. Il candidato potrebbe essere il livello 5400-5420.
Tenuto conto della particolare settimana che ci attende, non è escluso potrebbe trattarsi un nuovo massimo che coincide con una fase di temporaneo esaurimento della forza rialzista.
Il periodo 11-14 giugno è confermato, anche nell’elaborazione di questa settimana dai nostri algoritmi temporali, come punto di possibile temporanea inversione.
Come già anticipato negli articoli citati, la settimana in corso predilige nella statistica stagionale un aumento della volatilità, con un picco che potrebbe essere più elevato di quello del 30-31 maggio.
Tale aumento di volatilità dovrebbe corrispondere ad un minimo dell’S&P500, con massima probabilità nei giorni 12-13 giugno. Candidiamo 5270 come minimo dell’S&P500. Se lo sfonda, l’aumento di volatilità può diventare considerevole.
Gli anni più significativi in cui si è verificato un incremento forte della volatilità in questa settimana sono stati il 2016, 2020 e 2022, con picchi in tutti e tre i casi di incrementi poco sotto il 50% rispetto al valore di partenza. Il valore massimo storico sarebbe nel caso attuale un Vix intorno a 18.
Il valore medio, più realistico, degli anni di rialzo della volatilità negli ultimi 15 anni, è stato di circa il 14% (indicherebbe un valore del Vix a 13.90, quindi più basso del massimo del 30 e 31 maggio). Quello che riteniamo più probabile è collocato un po’ più in alto, intorno al valore 14.50/16.
Negli ultimi 15 anni solo il 2010, 2019 e 2021 non hanno rispettato la statistica che vede in questa settimana il rialzo della volatilità, con un ribasso del Vix medio di circa il 6% (tornerebbe in questo caso ai minimi sotto 11.50).
Il posizionamento sulle opzioni vede la settimana in corso su giugno molto più prudente della prima e della terza nelle posizioni rialziste. Gioca un ruolo, in tutto questo, la fila di dati macro e la conferenza FED che allieteranno le nostre giornate nei giorni 12, 13 e 14 giugno.
Nel frattempo, continua il disallineamento dei tre indici americani, che vede il Dow Jones come anello debole, l’S&P500 come mediatore, e il Nasdaq come forza trainante: una condizione che non è piacevole, perché significa che il mercato non crede ai valori veri, ma solo a quelli puramente speculativi e può cambiare idea molto rapidamente.
Questa considerazione, che nasce dall’esperienza, sta ad indicare che il mercato ha cambiato di molto la sua fisionomia rialzista, che ci aveva mostrato con lo spettacolare trend bullish innescato dal 30 ottobre all’ 1 aprile.
La certezza rialzista si sta sgretolando, a poco a poco.
Queste fasi di sgretolamento possono durare anche a lungo (continuiamo a supporre che il mercato potrebbe tenere il trend rialzista fino a tutto luglio e forse metà agosto, una volta superata l’ondulazione incerta di giugno).
Nondimeno, una fase di sgretolamento di una convinzione precedente si comporta esattamente come lo sgretolamento di una roccia su un pendio di montagna. Può resistere alla pressione oppure cedere di colpo, con le naturali conseguenze per chi è sopra.
Per ora sono solo sintomi (RSI molto più debole, continua divergenza fra i tre indici, evidente respinta alle rotture delle resistenze), ma sono continui e concomitanti.
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P.S.: Se vogliamo fare una ipotesi di pura fantasia, come alla fine sono tutte le previsioni, giugno potrebbe fornirci qualche avviso poco gradevole, cui potrebbe seguire una fase di riassetto della tranquillità operativa e della tendenza rialzista, con forte calo della volatilità, che ci porterebbe fino all’estate inoltrata.
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Editore Istituto Svizzero della BorsaMaurizio Monti