Trama diversa, storia uguale
Erano gli anni della gloriosa e in apparenza interminabile era Vittoriana in Inghilterra.
Nel 1890, era stata progettata e realizzata, per la prima volta, una bicicletta con catena di trasmissione e ruote gonfiabili. L’invenzione ebbe un grandioso impatto sulla immaginazione collettiva.
Significava la liberazione dagli orari delle ferrovie. Una esplosione di libertà, nel pieno dello sviluppo industriale dell’epoca.
Nei settanta anni precedenti, la bicicletta aveva avuto una naturale evoluzione. Il primo modello fu brevettato in Germania, nel 1818, ma non aveva pedali. Più simile ad un cavallo a dondolo che a una bicicletta, non ebbe un grande successo.
In Francia, nel 1860, un hobbista ebbe l’idea dei pedali collegati alla ruota davanti, molto più grande di quella posteriore. Era quasi una bicicletta come la intendiamo oggi.
Ancora trenta anni dopo, in Inghilterra la bicicletta divenne finalmente tale. E la gente si innamorò di quell’idea fantastica: in realtà, fu il risultato di una evoluzione lenta.
Già sei anni dopo, all’inizio del 1896, in Inghilterra erano nate 20 aziende produttrici di biciclette. E, ovviamente, arrivò un imprenditore più bravo e creativo degli altri.
Si chiamava Ernest Terah Hooley e acquistò la Pneumatic Tyre per la favolosa somma di 3 milioni di sterline dell’epoca, una sovrastima incredibile del suo oggettivo valore.
Ma Hooley aveva le idee molto chiare. Rinominò l’azienda, in un modo che sicuramente ti dice qualcosa, in Dunlop Pneumatic Tyre Company e il suo grande carisma fece affluire investitori sul titolo, che aumentò di prezzo del 1138% in pochi mesi.
Tutto il settore andò al rialzo. I titoli delle altre aziende dello stesso comparto si incrementarono di prezzo, con una media del più 200%. Nel corso dello stesso anno 1896, 363 aziende di biciclette o manufatti o pneumatici per biciclette si quotarono al London Stock Exchange. Nei primi sei mesi del 1897 ne arrivarono altre 238.
La stampa inglese amplificò il ciclo rialzista di questi titoli, considerando la bicicletta come la svolta tecnologica del millennio.
Alcuni, inascoltati, mettevano in guardia dagli eccessi creati dal boom.
In effetti, dopo il giorno segue sempre la notte. E a dicembre 1897 i titoli del settore accusavano già una perdita media del 40%. E nel 1898 del 71% sotto i massimi dell’anno prima.
I tempi sono cambiati. E le biciclette non sono le automobili. Ma, il paragone con Tesla viene evidente, con molte affinità. Proviamo ad elencarle.
Come con le biciclette, un imprenditore carismatico ha saputo vendere un sogno di trasformare la società con il suo prodotto. Una tecnologia si è sviluppata in capo a molti anni di tentativi ed è arrivata a maturazione per convincere il pubblico. Un esercito di investitori crede in quel prodotto e, in definitiva, vuole credere in quel sogno. I media amplificano enormemente l’impatto emozionale di quel sogno. Altri competitor entrano nel mercato e si propongono come produttori.
Come finirà in borsa il settore delle macchine elettriche?
C’è un ultimo particolare che accomuna il 1896 al 2020. In entrambi i casi, si diceva: “Bolla? No, questa volta è diverso …”. Così, la fine ora la conosci.
Magari in un’altra occasione, cerchiamo di capire perché accade sempre la stessa cosa.
Ora, hai una novità da seguire per evitare di cadere nelle bolle e saper scegliere i titoli giusti. Dal 14 gennaio fino al 18 gennaio scorso, in più edizioni, in un imperdibile webinar che vede protagonisti Stefano Sabetta e Luciano Lo Casto, ti ha abbiamo mostrato un metodo straordinario ed innovativo per seguire i movimenti degli istituzionali, scegliendo i titoli più adeguati.
Uno specialista del calibro di Stefano Sabetta con una piattaforma di geniale concezione individua con esattezza i punti di inversione creati dai movimenti dei grandi operatori. Un conduttore esperto come Luciano Lo Casto ha commentato e incalzato, identificando te che hai ascoltato … uno spettacolo da non perdere, clicca per rivedere il webinar.
P.S.: Stavolta è diverso, vero? Lo so, è esattamente quello che viene da pensare. Stavolta non sarà diverso: e questa è la realtà. Per questa ragione, per non cadere nelle trappole del mercato, per fare le scelte giuste … clicca qui sotto per rivedere la registrazione di settanta minuti di grande Cultura Finanziaria. Scrivici.
Editore Istituto Svizzero della BorsaMaurizio Monti