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Torino 39° TFF, novembre/dicembre 2021 (1° parte)

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Da Venezia a Roma fino a Torino: i miei viaggi italiani del cinema

Rientrata da pochi giorni di TFF, da una città bella ma, in quest’epoca, freddissima, anche per via dei vicini monti. Il sole ha sempre illuminato la Mole e la riuscita manifestazione cinematografica vicina al suo quarantesimo. I film e la partecipazione al Torino film festival sono stati sostanziosi e l’organizzazione anti-Covid ottima.

Da venerdì 26 novembre a sabato 4 dicembre 2021, si è consumata, in sicurezza ed allegria, la 39° edizione del TFF, principalmente presso i cinema Massimo, Lux e Greenwich, tutti walking distance l’uno dagli altri e centrali. La mia permanenza, come dicevo limitata temporalmente, è stata da sabato 27 a martedì 30 novembre e i film che ho visto, dei quali parlerò di seguito e nella prossima uscita, sono stati 8. Collegati ad alcuni di essi alcune interessanti interviste che ho avuto il piacere di fare.

Il film vincitore del festival è stato Between two dawns di Selman Nacar; il premio speciale della giuria è andato ex aequo a El Planeta di Amalia Ulman e Feathers di Omar El Zohairy; il Premio Stella della Mole per l’innovazione artistica è stato consegnato a Monica Bellucci, protagonista del docufilm The girl in the fountain di Antongiulio Panizzi, uno dei film che ho visto. Altri premi e riconoscimenti hanno caratterizzato questa kermesse, cui senz’altro tornerò l’anno venturo.

Le sezioni del Torino Film festival – https://www.torinofilmfest.org/it/i-film-del-torino-film-festival/

Le mie RECENSIONI e alcune INTERVISTE correlate, oggi e nella prossima uscita:

Breve recensione di Trafficante di virus e intervista all’attore Michael Rodgers

Intervista realizzata in dicembre, 2021

F1) Michael Rodgers al TFF per Trafficante di virus di Costanza Quadriglio


Nell’immagine F1, l’attore scozzese allo shooting torinese per Trafficante di virus.
Fonte: per gentile concessione del TFF in qualità di accreditata stampa

Genere. Drammatico, 2021. Un film, 116’, liberamente tratto da Io, trafficante di virus di Ilaria Capua, sul coraggio di aiutare gli altri mettendo a rischio se e i propri cari e sull’ancora difficile affermazione delle donne in certi ambiti. Regia: Costanza Quadriglio. Sceneggiatura: Francesca Archibugi, Costanza Quadriglio. Produzione: Picomedia, Medusa Film; co-produzione: Prime Video, Trentino film Commission. Distribuzione: Medusa Film. Musica: Luca D’alberto. Fotografia: Sabrina Varani. Interpreti: Anna Foglietta, Michael Rodgers, Andrea Bosca, Paolo Calabresi.

ANTEPRIMA del film al Torino Film Festival il 27 novembre 2021, categoria ‘NON IN CONCORSO’.

Uscita nelle sale: 29-30 novembre e 1° dicembre, 2021; di seguito in streaming, su Amazon Prime.

Recensione. Anna Foglietta è Irene Colli alias Ilaria Capua, la virologa, veterinaria, professoressa dell’Università della Florida, resa nota al mondo dai suoi studi sui virus influenzali. Il suo peso nel nostro Paese è ulteriormente cresciuto con la questione della SARS-CoV-2, già nei primi mesi del 2020. Tuttavia, Trafficante di virus è liberamente tratto dal libro che la stessa ha scritto prima del biennio pandemico. Il suo racconto autobiografico del 2017, edito Rizzoli, s’intitola Io trafficante di virus – Una storia di scienza e di amara giustizia. A un’anteprima al TFF, il film, diretto da Costanza Quadriglio, è approdato sul grande schermo per tre giorni a cavallo fra novembre e dicembre con un destino preciso e molto attuale: la piattaforma. Sarà possibile vedere l’ottima Anna Foglietta nei panni riusciti della virologa Irene, sposata all’uomo d’azienda scozzese Sean, perfettamente interpretato dal bravissimo attore trapiantato in Italia Michael Rodgers, su Prime Video. Michael riesce a rendere un personaggio che è forte grazie ai suoi valori professionali e umani, ma soprattutto alla capacità rara di sostenere la donna amata in modo sensibile e coraggioso stando un passo indietro laddove necessario, anche per il bene della loro famiglia. Il cast sia artistico, nel quale emerge anche l’attore Andrea Bosca, eccellente anch’egli, che tecnico è di livello, la storia interessante e basata su fatti reali, il tema principale, non l’unico, è il coraggio di perseguire l’obiettivo mettendo a rischio la propria esistenza da parecchi punti di vista per il bene collettivo. I personaggi che lottano insegnano quando è per una giusta causa. Inspirational. Le parole della virologa sul film sarebbero state queste (fra le altre): “penso che questo film sia riuscito a mostrare (..) la magia di un gruppo che lavora affiatato per un obiettivo superiore”[1].

Trailer: https://www.youtube.com/watch?v=NcoFqF8rxU0 ; https://drive.google.com/drive/folders/1pU3yjYhuSkel0__liS9dBaB0HLPgutax

Vederlo? Sì. Mi ripeto, ma credo che i film che narrano momenti storici o di persone realmente esistite andrebbero sempre premiati. Il mio voto è per questo aspetto e per l’impegno artistico: 8.

Dove trovarlo. Su Amazon Prime Video prossimamente

F1a) Locandina di Trafficante di virus di Costanza Quadriglio

Nell’immagine F1a, la locandina del film con Anna Foglietta e Michael Rodgers.
Fonte: https://pad.mymovies.it/filmclub/2021/11/040/locandina.jpg

L’attore Michael Rodgers, di origine scozzese e recente adozione milanese che ha vissuto moltissimi anni e si è fatto conoscere a Los Angeles, ha gentilmente risposto a una serie di mie domande. Tanti gli argomenti toccati, incluso quello formativo.
A quest’ultimo proposito, il riferimento è immediato al fACTORy32[2] di Valentina Pescetto, dove Michael tiene le sue classi.

Basile: Complimenti, Michael, per la tua interpretazione, profonda ed empatica, che rende il tuo Sean dotato di sensibilità intelligente e di valori solidi. Prima di parlare del co-protagonista del film, come ti sei trovato a lavorare con tutto il team e, in particolare, con Anna Foglietta?

Rodgers: Lavorare con qualcuno come Anna Foglietta è fortemente inspirational, perché di certo devi arrivare preparato, facendo tutto il tuo lavoro di back-story del personaggio, conoscerne gli aspetti relazionali e capire le dinamiche dei rapporti che vive, ma, quando poi sei sul set, se hai a che fare con una persona così preparata, appassionata, intelligente come Anna, puoi avere fiducia, stare nel momento dimenticando i ‘compiti’ fatti a casa e sentire e reagire all’altro personaggio. Anna non è chi è per fortuna o per qualche coincidenza, ma per la sua dedizione al lavoro e ciò è di grande ispirazione per chi ha a che fare con lei professionalmente. Aggiungo che, in sede di provino, ho incontrato Anna per la prima volta e c’è stata un’immediata chimica professionale. Quanto al team di questo film e al lavoro sul set con loro, è un gruppo fantastico di persone, tutte.

Basile: Dove avete girato il film e in quanto tempo?

Rodgers: Principalmente a Trento, ma anche a Roma. Il tutto in sei settimane con un mio coinvolgimento per una decina di giorni fra luglio e agosto. Mi è sembrato che tutto fosse veramente bene organizzato, hanno rispettato i tempi, certo in un tempo breve, ma senza pressioni particolari, mentre c’era sempre una bella energia, il che per un attore è importante.

Basile: So che oltre alle scene da girare stabilite ci sono state riprese, diciamo, impreviste?

Rodgers: Sì, non moltissime in più. Costanza, la regista, è una donna molto sensibile e è capitato che in alcuni momenti abbia aggiunto ‘qualcosa’. Per esempio, in una scena io sarei dovuto stare fuori dalla macchina a guardare il personaggio di Anna abbracciarsi con quello di Andrea Bosca, mentre la regista mi ha proposto di inquadrarmi per cogliere dal mio sguardo il punto di vista di Sean, il mio personaggio, su quel momento della storia. Sono rimasto sorpreso, ma, in effetti, bisogna essere pronti anche ad improvvisare, ecco perché è fondamentale sapere in ogni momento che cosa sta facendo o pensando il proprio personaggio. Non si può, come attori, pensare che, in assenza di battute in una certa scena del film, non si possa venire comunque coinvolti. Per me è stato molto interessante. Un altro aspetto curioso di quella scena è che nell’auto dalla quale scendevo ci doveva essere la ragazzina che interpreta mia figlia, ma, giustamente, per i minori gli orari sul set sono diversi e lei, in realtà, non c’era. Ecco, il fatto di essere un papà mi ha aiutato: ho dato un’occhiata all’interno della vettura come se lei fosse stata veramente lì. È stato interessante.

Basile: Mi sembra, a proposito della protagonista femminile del film, che finalmente un po’ di ruoli davvero importanti siano femminili, forse da dopo il movimento del #MeToo. Che ne pensi?

Rodgers: Credo che sia ora che la voce delle donne sia ascoltata, che il #MeToo sia stato utile e che sia importante esporre questa gente criminale che ha sfruttato e trattato le donne come degli oggetti. E il film è sulla storia di una donna e oltre tutto di una scienziata che dedica la sua vita a qualcosa che permetterebbe/rà alla collettività sostanzialmente di vivere più a lungo.

Being in the ‘boys club’ is still difficult dice Michael e francamente non posso che confermare.

Basile: Quale può dunque essere il messaggio principale del film, forse il coraggio?

Rodgers: Probabilmente hai ragione. Mr. Ibsen diceva ‘la maggioranza non ha mai ragione’, mentre la minoranza spesso contiene l’essenza della verità e il cambiamento a livello della società spesso comporta che qualcuno pagherà un prezzo altissimo psicologicamente, spiritualmente, letteralmente. A proposito di prezzo da pagare, la protagonista lascia il Bel Paese, trasferendosi altrove, perché non sente di essere sufficientemente supportata. Irene Colli è ispirata a Ilaria Capua, che è venuta sul set con la figlia; l’ho incontrata e immediata è stata l’impressione di una personalità dalla mente veloce e acuta.

Basile: Michael, qui in Italia spesso gli attori vengono distinti in quelli di teatro e quelli di cinema e televisione, ma io non credo sia corretto, cioè non è forse vero che il teatro è la base per un attore e che semmai poi rileva che lui faccia la differenza a seconda del mezzo, che sia un palco o un set, il pubblico o la videocamera?

Rodgers: Anna Foglietta viene dal teatro. E si è formata come attrice comica e anche questo ha un peso, perché spesso i grandi comici sono anche i grandi attori drammatici. Penso ai greci che erano grandiosi in questo. Un altro effetto del teatro è quello di allenarsi a stare in scena per due o tre ore o, anche, tre ore e mezza come nel caso di I segreti di Osage County che ebbi l’occasione di vedere a Broadway. Ricordo che i biglietti per vedere lo spettacolo erano difficili da trovare. A Londra, attori del calibro di Jeremy Irons (Lungo viaggio verso la notte di Eugene O’Neill) o Jessica Chastain[3] (Casa di bambola di Henrik Ibsen) calcano i palchi davanti a pubblici vasti di giovanissimi. Dunque, non mi si dica che il teatro è morto. Naturalmente, le difficoltà fra un ruolo interpretato a teatro o uno su un set sono diverse: a teatro devi sostenere lo spettacolo e il personaggio qualsiasi cosa accada, non puoi fermarti e rifarlo. A volte gli studenti che arrivano da me mi chiedono di imparare a fare cinema non teatro, ma per me è un peccato, una tragedia per loro, perché rinunciare a conoscere grandissimi scrittori come Dante, Molière, Pirandello, Shakespeare, Williams, Sheppard, Shanley, Pinter e gli infiniti altri è rinunciare all’eredità di opere d’arte enormi e, guarda, io sono convinto che possiamo essere tanto bravi quanto la scrittura, quanto il ruolo che è stato scritto per noi, cioè per l’interpretazione testo e autore sono fondamentali. Intanto che aspetti di fare un film, perché non puoi investigare, conoscere e apprendere questi scrittori incredibili e profondi e la loro umanità? Parliamoci chiaro, Meryl Streep viene dal teatro. Marlon Brando veniva dal teatro. Stessa provenienza anche per Hugh Jackman, Cate Blanchett, Benedict Cumberbatch che ci tornano regolarmente. Sono solo esempi fra tanti. A teatro ‘ti fai i muscoli’, le scene nelle mie classe possono durare anche 35-40 minuti, non sono brevi. E comunque è importante tornare ai grandi scrittori che ci hanno ispirati.

Basile: Questo film ti aprirà delle porte in più? Tornerai magari a lavorare con questo ottimo team Intanto mi puoi raccontare dei tuoi prossimi progetti cinematografici?

Rodgers: Sì. Sto girando in Sicilia; si tratta di un film le cui riprese sono iniziate alcune settimane fa. Il mio è un ruolo non grande, ma non posso parlarne. Sì sono grato a Trafficante di virus, perché credo davvero che più lavori e ti impegni e più preparato sei quando l’opportunità si presenta. In effetti, luck is being prepared for the opportunity that arrives. Naturalmente, devi essere giusto per il ruolo. Per esempio, io sono scozzese proprio come il marito[4] di Ilaria Capua, il quale mi ha scritto un’e-mail ringraziandomi per avere onorato il rapporto con mia moglie, per il ritratto che ho reso del personaggio a lui ispirato, che lui ha definito sincero e autentico. D’altra parte anch’io sono grato a lui, perché non era tenuto a farlo, a scrivermi. Aggiungo che interpretare una persona reale sulla quale non riesci ad avere molte informazioni è davvero difficile. Inoltre, quando mi hanno confermato il ruolo, mi hanno poi inviato il copione, invece, in America, il copione si riceve in occasione dell’audizione, il che è corretto perché permette di avere un’idea chiara della storia e del personaggio per il quale ci si candida.

Basile: Quindi come hai fatto a preparare Sean?

Rodgers: A parte avere cercato informazioni e aver visto alcune interviste a Richard, mi sono concentrato su ciò che per me era davvero importante. Volevo dar vita a un uomo presente per Irene, capace di capire che la natura della donna non era soltanto di madre e moglie, ma anche di scienziata, con l’obiettivo di fare un lavoro per il mondo. Stella Adler[5] la famosa attrice insegnante americana aveva una figlia; un giorno la ragazza le dice che deve scrivere un libro sul drammaturgo Tennessee Williams[6] e la madre la invita ad assistere a una sua classe proprio su lui; la figlia ci va e si siede in fondo e dopo poco si ritrova con i lacrimoni: le è chiara la missione della madre sulla terra, quella di ispirare e motivare tantissimi attori, non solo di prendersi cura di lei e della casa. Ecco, così Ilaria Capua. Così Irene Colli nel film. Così, del resto, fu per Antigone. Nessuna di loro è una yes-woman. E hanno (avuto) un prezzo da pagare alto. Vale la pena tutto ciò? Decisamente sì.

Basile: Parliamo di Federica Famea, tua moglie, una bella e bravissima attrice che conosco? L’ho vista con grande piacere in Trafficante di virus in un cammeo e in poco ha catturato l’attenzione.

Rodgers: Premetto che Federica e io abbiamo concordato per una sua interruzione lavorativa, perché abbiamo un bambino e a lei faceva piacere stare a casa con lui e anche a me. Però, quando si è trattato di preparare il mio provino per Sean, mi ha aiutato in una scena ed è stata bravissima. E, una volta scelto, la regista mi ha chiesto chi fosse la donna che mi aveva aiutato nella scena, esprimendo ammirazione per lei. Mi disse che non c’erano parti per Federica, poi le hanno proposto di fare il casting per un piccolo ruolo, quello di un’amica della protagonista, e lei l’ha fatto e l’ha vinto. Il giorno delle riprese io c’ero e sono rimasto colpito perché, oltre ad avere portato l’ironia al personaggio, ha saputo rendere l’amicizia tenera con Irene con un gesto carico di umanità e nobiltà: ha appoggiato la testa sulla spalla della protagonista. Mi ha toccato molto.

Basile: Sì! L’ho notato anch’io. Mi ha colpita. Non ci sono piccoli attori ma solo piccoli ruoli. E del film che mi dici? Perché vederlo?

Rodgers: Guarda, a me piacciono le storie, a teatro e sul grande schermo, dei personaggi che devono affrontare le ingiustizie e lottano per superare gli ostacoli. Nel film, Irene non è solo poco supportata, ma provano addirittura a frenarla. A proposito, ho vissuto 23 anni in America e lì, se hai qualcosa da offrire, c’è una tendenza ad incoraggiarti a fare. Forse più di qui. È una sensazione.

Purtroppo, è così anche secondo me. Ma c’è sempre spazio per il cambiamento. Allora proviamoci!

Basile: Michael, sei rimasto soddisfatto della tua performance nel film, insomma di Sean?

Per me è empatica e profonda, sensibile e intelligente, forte nell’essere delicata e presente.

Rodgers: Sì. Sono contento. Certo, si può sempre migliorare e cambiare qualcosa. Trovo molto importante il rapporto con chi è alla regia del film e, in questo caso, sono stato fortunato, perché ho avuto una fiducia immediata nella visione di Costanza che è una persona profondamente appassionata. Il film è sempre del/la regista e, se capita che abbia la sensibilità di Costanza ti dici ‘grazie a Dio’!

Continuano le recensioni dei film del 39° TFF (che ho visto):

BERGMAN ISLAND, 112’
Uscita nei cinema: 7 dicembre 2021

F2) Un momento del film Sull’isola di Bergman di Mia Hansen-Løve


Nell’immagine F2, Tim Roth e Vicky Krieps in un intenso primo piano nel film.
Fonte: per gentile concessione del TFF in qualità di accreditata stampa

Il film inizia con una coppia che arriva dopo un sostanzioso viaggio in auto nell’isola del titolo, dove per Bergman si intende il celebre regista che proprio lì si dice abbia trascorso lunghi periodi. Jean-Luc Godard diceva di Bergman, parafrasandolo, che era un Proust all’ennesima potenza quanto al fattore temporale, così da trasformare un’istantanea in ‘una gigantesca e smisurata meditazione’ e sosteneva che, nei suoi film, il cineasta svedese spingesse a riflettere sui protagonisti nel presente. Sempre secondo il regista francese, ‘un film di Bergman è, per così dire, un ventiquattresimo di secondo che si trasforma e si dilata per un’ora e mezza. È il mondo fra due battiti di palpebre, la tristezza fra due battiti di cuore, la gioia di vivere tra due battiti di mani“. Pare, a titolo di cronaca, che d’altra parte Bergman reputasse i film di Godard noiosi nonché affettati, intellettuali e narcisisti[7]. Il film è dotato di una buona regia, di ottimi attori, in particolare riconosciamo il noto Tim Roth, di una luce e di una fotografia davvero incantevoli e di un paesaggio affascinante. I due protagonisti ossessionati dai film bergmaniani, tant’è che si recano per le vacanze nell’isola ‘del’ cineasta vedono trasformare la propria vita come personaggi di Bergman. Voto: 6/7.

SELEZIONE FUORI CONCORSO – SEZIONE SURPRISE (sezione dedicata al cinema francese)

Genere:

Regia:

Drammatico

Mia Hansen-Løve

Produzione:

Sky, Marco Belardi per Lotus Production – società di Leone Film Group

Durata/ Lingua/ Anno:

112’/ Inglese/ 2021

Paese:

Francia

Interpreti (alcuni):

Tim Roth, Vicky Krieps, Mia Wasikowska, Anders Danielsen Lie

Trailer: https://www.youtube.com/watch?v=hW80cki8dhE
Trailer v.o: https://www.youtube.com/watch?v=nrlVHVid-20

Clint Eastwood – A Cinematic Legacy, 135’
Uscita nei cinema: 7 dicembre 2021

F3) Locandina di Clint Eastwood: a cinematic legacy (l’eredità cinematografica)


Nell’immagine F3, la locandina del film su Clint Eastwood diretto da Gary Leva.
Fonte: per gentile concessione del TFF in qualità di accreditata stampa

Oltre due ore e mezza osannando il grande, anzi grandissimo, attore e, soprattutto, regista americano Eastwood. Sul merito, sullo scopo, sugli spezzoni di questo lungo documentario nulla da dire se non ‘capisco e condivido!’, penso a nome di chiunque ami il cinema. E pure la vita: quest’uomo è attivo ancora oggi con un film uscito, lo scorso 2 dicembre, nelle sale cinematografiche italiane intitolato Cry Macho – ritorno a casa, che dirige e interpreta a 91 anni suonati (!). Un esempio, dunque, professionalmente parlando, ma, decisamente, anche sul piano – chiamiamolo – umano. Qual è dunque il motivo per cui il mio personale voto al prodotto in questione intitolato all’eredità cinematografica dell’ancora davvero fascinoso Clint? La resa. Il montaggio. Il risultato finale. Anzitutto, è troppo lungo, ma, più importante, è ripetitivo, ossia una brutta musichetta accompagna ogni capitolo sulla vita professionale, apparentemente di soli successi (possibile?), dell’artista da quando era un attore dei Western a oggi. Aggiungo: non un cenno alla sua vita privata, non un fallimento, non un ordine veramente cronologico né una varietà di film (vengono riproposte scene sempre dagli stessi) caratterizzano la lunga successione di capitoli a lui dedicati. Insomma, mi spiace dire così, ma, banalizzando il mio parere su questo documentario, ecco, è un po’ un’americanata. Ciò non toglie che l’opera cinematografica di Eastwood è da premiare. Ma, forse, da alcuni anni noi europei e, per una volta, noi italiani siamo diventati molto bravi a girare e montare i c.d. docufilm, rendendoli interessanti ed emozionanti. Voto a questo: 6+

SELEZIONE FUORI CONCORSO

Genere:

Regia/ Produzione:

documentario, biografico

Gary Leva

Leva FilmWorks, Inc.

Durata/ Lingua/ Anno:

135’/ Inglese/ 2021

Paese:

USA

Interpreti:

Clint Eastwood, Meryl Streep, Leonardo DiCaprio, Morgan Freeman, Mel Gibson, Martin Scorsese, Bradley Cooper, Tom Hanks,

Trailer v.o.: https://drive.google.com/drive/folders/15wvlnb8J7PeeVeq-Ug1O9_SUMXQ4vLFD ; Fonte: per gentile concessione del TFF in qualità di accreditata stampa

La Cattiva Novella, 13’ 
Uscita: N.D.

F4) Locandina di La cattiva novella di Fulvio Risuleo
Nell’immagine F4, la locandina del corto di animazione prodotto dalla Fenix Entertainment.
Fonte: per gentile concessione dell’Ufficio Stampa Marta Scandorzo

Questo piccolo e prezioso film di animazione nonché videoclip musicale, in effetti è un ibrido tra i due, si presenta in quel di Torino e raggiunge il profondo sud nell’isola sarda proprio poco prima di Natale, periodo perfetto per goderselo. Dopo il TFF, infatti, il corto approda al festival dei corti intitolato ‘Passaggi d’autore – Intrecci mediterranei’[8] che, alla sua diciassettesima edizione, si tiene nell’Isola di Sant’Antioco nell’antico sud ovest della Sardegna chiamato Sulcis-Iglesiente. Il cortometraggio è il frutto di un lavoro di team durato sei mesi, nei quali il regista, con l’aiuto del Mbanga Studio, dell’animatore Argentero e del fotografo Ricci, oltre che con le musiche e i testi del cantautore romano pluripremiato Mancini, dà vita a una trilogia in stile surreale che narra, in pochi minuti, la storia di Giovanni, fra riflessioni e ironia. Giovanni è un signore agé che scrive una lettera a Gesù, il suo migliore amico, chiedendogli di prendersi cura dei suoi famigliari quando non ci sarà più e di tornare in tempo sulla Terra avviata alla propria distruzione. Giovanni muore e, proprio il giorno del suo funerale, il nipote ci racconta del ritorno di Gesù fra noi. Nonostante il tema possa muovere a commozione, anche solo perché i nonni nella tradizione italiana sono figure di importanza estrema nelle fasi di crescita e persone profondamente amate, di cui nel corso della vita si ha sincera e protratta nostalgia, il tono del film è allegro e dunque natalizio. Il mio voto, tenendo conto del tipo di prodotto, è 8.

FILM IN CONCORSO – SEZIONE CORTI

Genere:

Regia/ Sceneggiatura:

Fotografia:

Animazione, composting:

Musica:

Corto, Animazione

Fulvio Risuleo

Ermete Ricci

Elisa Mancini, Chiara Tedone, Giaime Del Bello

Mirko Mancini (Mirkoeilcane)

Produzione:

Fenix Entertainment SpA

Durata/ Lingua/ Anno:

13’/ Italiano/ 2021

Paese:

Italia

   

Trailer: https://www.facebook.com/watch/?v=223688826559742

Segue nei prossimi Il Settimanale di TRADERS’ Magazine (ogni mercoledì).

  1. https://www.cinematografo.it/news/trafficante-di-virus-per-tre/

  2. https://www.factory32.it ; calendario 2021: https://www.youtube.com/watch?v=BWUGVKp_uaE ; reel fACTORy32: https://www.youtube.com/watch?v=BpPTy4j5eHc ; II reel: https://www.youtube.com/watch?v=oTCXF9jlC_w; presentazione – Valentina Pescetto e Michael Rodgers https://www.facebook.com/watch/?v=3413513108682122 .

  3. https://www.traders-mag.it/roma-rff-16-ottobre-2021-quarta-parte/

  4. https://it.wikipedia.org/wiki/Ilaria_Capua#Vita_privata

  5. https://it.wikipedia.org/wiki/Stella_Adler

  6. https://it.wikipedia.org/wiki/Tennessee_Williams

  7. https://faroutmagazine.co.uk/why-ingmar-bergman-hated-jean-luc-godard-films/

  8. https://www.passaggidautore.it/

 

Alessandra Basile

Attrice e Autrice. Ha collaborato con la Comunicazione Corporate di un’azienda. Ha una formazione in Life coaching (per un periodo ICF) e una laurea in Giurisprudenza. Presiede la Associazione Effort Abvp con la quale ha interpretato e prodotto diversi spettacoli teatrali a tematica sociale, fra i quali una pièce contro la violenza domestica, ‘Dolores’, della cui versione italiana è co-autrice Siae. Ha scritto ‘Films on The Road’, un libro sul cinema girato in Italia, edito Geo4Map. Scrive di film e spettacoli teatrali con l’occhio dell’Attrice, il suo primo mestiere, e intervista persone e personaggi, soprattutto del mondo dello spettacolo. Email: Alessandra.Basile@outlook.com Sito web: www.alessandrabasileattrice.com

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