Riceviamo da Money.it e pubblichiamo per i nostri lettori
Il Forex è caratterizzato da ampia volatilità e veloci cambi nei movimenti del prezzo: queste caratteristiche lo rendono un mercato molto interessante a livello intraday, soprattutto se si tiene a mente il motto “trend is your friend”.
Per avere un primo vantaggio quando si opera è infatti importante individuare la tendenza in cui sono inserite le quotazioni, a questo proposito risulta utile svolgere un’analisi multi-time frame per avere bene a mente il quadro generale.
Una volta fatto ciò, si può utilizzare la strategia che si preferisce: in questo contesto, l’Ufficio Studi di Money.it propone una semplice strategia trend-following intraday, composta da un RSI e una media mobile.
Per questo tipo di operatività, estremamente meccanica, la tendenza si può individuare con una classica media mobile a 200 periodi: se i corsi saranno al di sopra di essa, ci si troverà in un uptrend, se invece le quotazioni veleggeranno al di sotto della media mobile, ci si troverà in un downtrend.
Si dovranno poi aggiustare i classici parametri del RSI: essendo una strategia per il trading intraday si avrà bisogno di un buon numero di segnali. Si può quindi tarare l’oscillatore a 5 periodi e impostare le soglie di ipercomprato e ipervenduto rispettivamente a 80 e 20.
Si avrà un segnale rialzista quando i prezzi si trovano al di sopra della media mobile e RSI esce dalla zona di ipervenduto. Il punto di entrata sarà individuabile al superamento del massimo della prima candela positiva dopo il segnale.
Lo stop loss è basato invece sulla volatilità ed è calcolato in questo modo: entry point – (2xATR a 5 periodi). L’obiettivo di prezzo si potrebbe invece inserire con un rapporto rischio/rendimento di 1:1,25.
L’esempio mostra il grafico del cambio Eur/Usd a 5 minuti: con le linee verticali si sono voluti identificare i segnali long. Come si può notare, su cinque segnali rialzisti, quattro sarebbero andati a profitto, mentre solamente uno si sarebbe chiuso con una perdita.
Per quanto riguarda l’operatività short, si avrà un segnale ribassista quando i corsi si trovano al di sotto della media mobile a 200 periodi e RSI esce dalla zona di ipercomprato.
Il punto di entrata sarà individuabile con la rottura del minimo della prima candela negativa dopo il segnale. Come nel caso precedente, lo stop loss è basato sulla volatilità, utilizzando la seguente formula: entry point + (2xATR a 5 periodi). Il take profit si potrà invece inserire con un rapporto rischio/rendimento di 1:1,25.
L’esempio mostra il grafico del cambio Aud/Usd a 5 minuti. Su tre segnali short validi, due vanno a target mentre uno si sarebbe chiuso con una perdita.
Come si può facilmente intuire, questa strategia è facilmente applicabile sia dagli operatori più esperti, sia da quelli alle prime armi.
Dalla Redazione di TRADERS’ Magazine