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Questo articolo vuole essere il prosieguo dei nostri recenti articoli pubblicati sulla rubrica Ultima Ora:

Vedi: La prossima (imminente?) esplosione di volatilità

Vedi anche: L’S&P500 perde più del 4%, ma non è finita

Considereremo, ai fini dei calcoli che andremo a sviluppare, il prezzo massimo del future dell’S&P500 di inizio settembre a 5670.

Venerdì scorso, 6 settembre, il future di settembre dell’S&P500 ha chiuso a 5419, con un minimo toccato a 5394.

Nell’analisi stagionale, andremo ora a inserire una nuova variabile: supponendo che alla data del 10 settembre l’S&P500 chiuda in negativo rispetto al prezzo massimo di settembre (come evidentemente e fortemente probabile), andiamo a selezionare gli anni nei quali, dal 1957 in poi, si sia verificata tale circostanza.

Si tratta di 36 anni presi in esame, nei quali la media del ribasso nella prima decade di settembre è stata del -1.63% e la massima estensione di picco da close a close del – 5.52%, verificatasi nel 2020.

All’interno di questi 36 anni ci sono anni “famosi”, come il 1987, il 2000, il 2001 e il 2008 e, come detto sopra, il 2020, anno nel quale si è verificato il massimo ribasso della storia contemporanea nella prima decade di settembre.

La discesa attuale dell’S&P500, fino a venerdì scorso, è stata superiore al 4%, e l’anno 2024 si candida quindi ad essere quanto meno nella fascia più negativa quanto a ribasso nel periodo 1-10 settembre: il dato è tanto più significativo se si pensa che l’1 era domenica e il 2 la festività del lavoro negli Stati Uniti e che il 7 e l’8 è un ulteriore weekend.

Nei 36 anni di cui sopra, soltanto 6 anni sono poi riusciti a chiudere settembre in positivo. Fra questi c’è il 2007 e il 2018, che, peraltro, hanno mostrato vaghe somiglianze con l’anno in corso.

Nei 30 anni dove la chiusura negativa della prima decade ha dato poi origine ad un mese chiuso a sua volta in negativo, il ribasso medio è stato del – 3.72%, con una massima estensione da close a close del -9.90% e di picco del -14.75% (2001, Torri Gemelle), e del -13.40% (2008, crisi finanziaria subprime).

Togliendo il 2001 e il 2008, la massima estensione close to close coincide con la massima estensione di picco (-9.90%), con poca variazione sulla media di ribasso.

La lettura incrociata con gli algoritmi di inversione evidenzia un riscontro, sia pure approssimativo, con la stagionalità: nella seconda decade il mercato tende a recuperare un po’, anche se una chiusura positiva nel periodo 11-20 settembre, relativa ai 36 anni presi in esame, avviene solo 13 volte.

Gli algoritmi di inversione forniscono un minimo relativo probabile intorno al 10 settembre, con l’approssimazione di 2-3 giorni, questo significa che se il 6 settembre non è un minimo da cui il mercato rimbalzerà (e non crediamo lo sia), nella settimana entrante dovrebbe formarsi un minimo almeno temporaneo con maggiore probabilità fra martedì 10 e giovedì 12.

Martedì 10 è in una area temporale di massimo rischio.

Supponendo di voler applicare la massima estensione close to close del -9.90% dell’intero mese di settembre, attribuendola al minimo della prossima settimana, come minimo almeno temporaneo, significherebbe di fatto un ri-test del minimo del 5 agosto, nell’area 5100.

Peraltro lo sfondamento di quota 5200/5180 è molto pericolosa, se non dovesse dare origine ad un immediato recupero del mercato, perché costituisce un supporto grafico molto più forte del minimo a 5120/5100.

Nella zona 5200 transita la media mobile a 200 ed è il supporto del 12.50% del range fra i massimi di luglio e il minimo del 5 agosto: un punto di approdo naturale, tenuto conto che la respinta al ribasso dal massimo del 30 agosto è stato l’87.50% di detto range.

I riposizionamenti che abbiamo visto sul mercato delle opzioni nel corso della scorsa settimana, inoltre, tendevano a “ripulire” la zona sottostante a 5400, abbassandola proprio a 5200: che a questo punto diventa un supporto probabile per il minimo della settimana entrante, con affondo possibile fino a 5182. Significherebbe un -9.13% rispetto al massimo di settembre.

La probabilità di una continuazione del ribasso nella settimana entrante è molto elevata.

Quello che accadrà in questa settimana darà ulteriori indicazioni di probabilità sull’ultima decade di settembre, dove le probabilità ribassiste permangono alte, anche se attenuate.

I rimbalzi che si verificheranno saranno molto potenti e sarà facile confonderli con riprese del mercato: questo sarà il rebus con cui avremo a che fare, probabilmente, anche nel mese di ottobre.

 

 

Maurizio Monti

Editore – Traders’ Magazine Italia

 

P.S.: La sovrapposizione di cicli diversi, che si verifica in questo periodo, rende molto controversa l’interpretazione del mercato.

Il minimo del ciclo a 4 anni ha una larga approssimazione (la massima estensione ha superato i 5 anni e mezzo), ma nel 90% dei casi si verifica entro il 56esimo mese.

Significa entro novembre 2024, ma, dopo quanto avvenuto in agosto, sia come volatilità che come rimbalzo, il ciclo è probabilmente distorto, come accade nella concomitanza di eventi straordinari.

Il ciclo a 4 anni presenta spesso un ribasso il cui asse mediano è intorno al 20% dall’ultimo massimo, con estensioni fino al 26% e valori minimi intorno al 15-16%.

Se siamo nella corsa del minimo di ciclo a 4 anni, il mercato dovrà scendere ancora, probabilmente anche in ottobre.

Se invece siamo in un ritracciamento ordinario, i minimi del 5 agosto non verranno rotti, e il mercato riprenderà verso l’alto.

Dopo il minimo del 5 agosto, c’è il minimo del 19 aprile a 4963, ma dubitiamo molto che sia, oggi, un supporto solido per l’ipotesi del minimo del ciclo a 4 anni.

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