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Va bene il piano B e il piano C, ma prima c’è il piano A

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Non farti tradire dall’istinto

L’azienda automobilistica svedese Volvo, nel 1974, realizzò un sistema di sicurezza che operava sulla frenata degli autoveicoli.
Tale sistema fu poi commercializzato dalla Bosch, a partire dal 1978 in poi.
 
Oggi, consideriamo assolutamente banale che sulle nostre automobili sia installato quel sistema, noto come ABS, o sistema di antibloccaggio delle ruote.
 
L’ABS ha lo scopo di bilanciare la frenata quando la sua distribuzione sulle ruote è irregolare, in modo da evitare che l’auto sbandi o slitti a causa di una ruota bloccata, mentre l’altra o le altre sono in movimento.
 
La genialità del meccanismo è che l’ABS, in realtà, limita la frenata sulla ruota bloccata. Fa l’esatto contrario di quanto istintivamente saremmo portati a credere o a fare: per evitare la perdita di controllo del veicolo, è necessario limitare la frenata sulle ruote bloccate e non cercare di forzare lo stop del veicolo.
 
Sulla ruota è installata una ruota dentata simile ad un ingranaggio e il sensore rileva il numero dei denti della ruota che vede passare, la centralina calcola se c’è un differenziale di velocità sulle ruote e agisce sulle ruote dove è necessario limitare la frenata.
 
Oggi le automobili sono più sicure grazie all’ABS e sicuramente questo dispositivo ha contribuito ad evitare incidenti e a salvare molte vite.
 
Non solo, ha dato origine ad una spinta decisiva per la ricerca e la realizzazione di consimili meccanismi di sicurezza che hanno reso sempre più sicure le nostre automobili.
 
Il freno è quello che ci salva la vita, ovviamente, e la nostra capacità di condurre il veicolo è determinante. Ma senza l’ABS oggi percepiremmo che il nostro veicolo sarebbe molto meno sicuro: e quindi, vogliamo l’ABS sulla nostra auto.
 
Ci auguriamo anche che l’ABS non ci occorrerà mai, ma lo vogliamo. Vogliamo che ci sia, e ovviamente non vogliamo installarlo dopo avere fatto o rischiato un crash, ma lo vogliamo prima.
 
Ora, ti parlo di trading in opzioni, e precisamente di vendita di opzioni.
 
Un modo, non l’unico, di guadagnare dalle opzioni è venderle. Incasso un premio e devo attendere che l’opzione vada a valore zero alla scadenza.
 
Il problema, ovviamente, è che il prezzo del sottostante non deve raggiungere il livello di strike delle opzioni, altrimenti perdiamo soldi e ne perdiamo o rischiamo di perderne molti di più di quelli che guadagniamo incassando premi.
 
Ora, dobbiamo renderci conto dell’epoca in cui viviamo: sono i nuovi anni venti, quelli dove abbiamo visto il Covid, la guerra, l’inflazione che è tornata, una probabile stagflazione alle porte a causa di una recessione alle porte, il mondo spaccato in due, il ritardo di intervento delle Banche centrali e la loro impossibilità ad adeguare i tassi di interesse all’inflazione, perché il debito diventerebbe insostenibile.
 
E non dimentichiamo una crisi energetica che non vedevamo dagli anni settanta, uno shock sulle forniture tale da ritardare i cicli produttivi, la pianificazione dei governi europei di passare un inverno prossimo al freddo, o di bloccare le fabbriche, a causa della mancanza di gas.
 
Tutto questo si traduce in una volatilità anomala del mercato.
 
Volatilità che può esprimersi in tutte le direzioni, perché nei mercati ribassisti la spinta sui rimbalzi può essere addirittura più pericolosa degli affondi. Chi ricorda il DAX rimbalzare dell’8% in un giorno qualche mese fa, forse ricorda quanto questo può essere pericolo per un sistema in opzioni che vende dal lato alto lasciando scoperte le call.
 
Bene: la realtà odierna ci manifesta di avere preso una piega diversa dal passato. E certi sintomi dimostrano che dobbiamo essere noi ad adeguarci.
 
Il vero segreto è che in un’epoca come questa non puoi più vendere opzioni banalmente scoperte.
 
Cioè, se la somma delle tue opzioni vendute è maggiore della somma delle tue opzioni acquistate, fai attenzione. Il sistema potrebbe non essere del tutto adeguato ai tempi che viviamo.
 
E qui veniamo all’ABS.

Devi avere un metodo che l’ABS lo abbia già installato e funzionante alla partenza. Non puoi affidarti solo alla tua capacità di conduttore, nemmeno se hai fatto milioni di chilometri nella tua vita.
 
La copertura delle opzioni vendute fa parte del piano A di una strategia in opzioni e non del piano B o C. L’ABS tu lo vuoi all’inizio del tuo viaggio e non dopo avere fatto un incidente.
 
La copertura delle opzioni vendute, fin dall’inizio, è come l’ABS della tua auto: è assurdo farne a meno.
 
Il piano B o il piano C devi averlo, sempre. Ma è il piano A che deve essere perfetto fin dall’inizio e dotato di tutti dispositivi di sicurezza.
 
In un webinar imperdibile ho focalizzato tutta l’attenzione su questo tema: perché è fondamentale, è strategico comprenderlo ora. Proprio ora, perché ora siamo ancora in tempo.
 
Ti chiedo un’ora e 25 minuti del tuo tempo, perché il webinar è più lungo del solito. Ma ne vale la pena perché illustra alcuni concetti chiave che possono salvare il tuo conto, se fai trading in opzioni. E’ una grande occasione di formazione.
 
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P.S.: Nel webinar trovi, proprio all’inizio, anche una analisi di mercato. E poi, trovi perché sono perfino entrato in disaccordo con alcuni nostri autori sul tema della vendita di opzioni; è troppo fondamentale capirlo ora, non fra una settimana o un mese: ora.
 
Un altro 2008 è alle porte, e un altro 2008 significa ribasso forte e strappi verso l’alto senza controllo. Io l’ho vissuto, come ho vissuto il 2000 e il 1987. E, davvero, l’ABS va installato prima … non dopo.
 
Quando copri le tue opzioni vendute all’inizio, istintivamente pensi di fare l’esatto contrario di quanto occorre per avere profitto. Proprio come, istintivamente, non faremmo mai come fa l’ABS, che limita la frenata, anziché amplificarla, per evitare la perdita di controllo.
 
Non farti tradire dall’istinto.  
 
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