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Viva la pace, ma restituiteci l’efficienza

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Se pensi di vivere solo una volta

YOLO: è la parola d’ordine che ora è in voga negli Stati Uniti. Acronimo di You Only Live Once, si vive soltanto una volta, è il sentiment che anima in questo momento gli americani, che cominciano a ritenere vicina la fine del tunnel.

A fine maggio la popolazione adulta degli Stati Uniti sarà tutta vaccinata. Questo è l’obiettivo, e tutti ci credono.

Mai, come in questo momento, l’Europa è lontana dagli Stati Uniti. Mai come in questo momento, ci sentiamo vecchi, inefficienti, innamorati di un modello permeato di apparente buon senso, ma cronicamente inefficace.

Abbiamo sempre pensato alla società americana come troppo gravida di eccessi. Troppo capitalismo puro, poca salvaguardia dei più deboli, calvinismo ad oltranza, incuranza del welfare, addirittura insensibilità alla salute pubblica come bene condiviso.

Non abbiamo tutti i torti. Il modello europeo è diverso e ha il diritto di esserlo. Qui, in Europa abbiamo combattuto centinaia di guerre lungo decine di secoli, e dopo il conflitto più sanguinoso e crudele che si possa immaginare, il continente ha cercato una via per risolvere le controversie in pace senza ricorrere alle armi.

Non possiamo certo rinunciare a questo patrimonio che è la nostra cultura.

Ma non possiamo accartocciare la nostra esistenza ai moduli, alle regole, alla burocrazia, alla legge della inefficienza.

L’Europa è lasciata per ultimo dai fornitori mondiali di vaccini. E c’è una ragione specifica: l’Europa non è una entità realmente riconosciuta. L’Europa vive in un tale avvilente contorsionismo burocratico da riuscire a classificarsi ultima nelle priorità delle case farmaceutiche.

Prima vengono gli Stati Uniti, poi c’è la Gran Bretagna, che non vedeva l’ora di dimostrare al mondo che facendo da sola avrebbe avuto più efficienza, poi c’è Israele, poi c’è, addirittura, una parte del terzo e quarto mondo, perché non si vuole fare troppo brutta figura, questi egoisti di capitalisti. Poi, in fondo, quello che avanza è per l’Europa.

L’Europa che non sa negoziare, non sa pianificare, non sa identificarsi in nulla e quindi si identifica in montagne di carta, in sovrumani codici di regolamentazione, dove le agenzie del farmaco vanno sollecitate dai governi a riunirsi perché non si riuniscono, dove tutto è in ritardo, dove l’emergenza non finisce mai e dove il tunnel è ancora lungo, lungo da non vederne la fine.

L’Europa litigiosa, quella che deve mettere d’accordo 27 governi e popoli diversi e culture diverse. L’Europa che cerca una identità e non la trova, né può trovarla, perché le confederazioni partono dal basso e non possono essere proposte o imposte dall’alto.

L’Europa che ha saputo garantire la pace, dal 1945 in poi. Un valore immenso, di fronte al quale ci inchiniamo, riconoscenti. Ma vorremmo una Europa. Una Europa vera. Una identità concreta e non una montagna di carta.

Non so chi abbia ragione e chi abbia torto, fra sovranisti, europeisti, sostenitori del nulla. Credo non questi ultimi, e sai a chi mi riferisco, ma non è questo il problema.

Vorremmo svegliarci domani e raccontare a figli e nipoti che c’è una Europa vera, che pensa ai suoi cittadini, non solo a farli vivere in pace, ma anche a tutelarli da una pandemia. A renderli vincenti di un’altra guerra, che altri si sono organizzati molto meglio di noi per vincere.

Abbiamo trovato il modo di vivere in pace fra noi, ma abbiamo dimenticato come fare le guerre che vanno combattute e vinte. Pensiamoci. Questa non possiamo perderla. Rifiutiamoci di perdere.

Rifiutati di perdere: è una legge del trading. Significa accettare le battaglie che si possono perdere per vincere la guerra che va assolutamente vinta. Come quella contro la pandemia.

Di fronte a noi c’è un weekend di Cultura finanziaria di altissimo livello. Raccomandazioni di Borsa ci ha regalato un fantastico webinar con Stefano Sabetta e Luciano Lo Casto: come individuare le trappole che gli istituzionali disseminano sul mercato per utilizzarle a nostro favore, come fanno loro.

Un webinar imperdibile che abbiamo presentato in multi-edizione dal 6 all’8 marzo scorso. Clicca per iscriverti e vedi la registrazione.

P.S.: Qualcuno deve dirlo. Qualche media lo sussurra. Non vogliamo piangerci addosso e quindi sussurriamo. Un grande trader del passato, Gann, diceva il che il suono permette di rompere il tunnel nel quale siamo incastrati. E allora noi urliamo, mentre altri tacciono. Perché rifiutarsi di perdere è la nostra filosofia.

Clicca per iscriverti e vedi la registrazione, impara con noi che cosa significa: Rifiutati di perdere, la legge del trading vincente.

Maurizio Monti

 

Editore Istituto Svizzero della Borsa

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