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Il Vix: come sarà a settembre?

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L’enigma del 5 agosto.

Dopo avere chiuso la giornata di venerdì scorso su uno dei suoi supporti caratteristici nell’area 15.74, il Vix si è svegliato lunedì mattina in leggero gap up, rimanendo poi nell’area di oscillazione sopra i 16 punti.

Il mercato si è collocato già nell’area di attesa dell’annuncio degli utili di Nvidia, che ha toccato il massimo a 131.26, ma è stato respinto dalla ancora potente resistenza in area 130, che tiene sottomesso il prezzo da 6 giornate.

Il Vix è in una area molto significativa dal punto di vista statistico.

Prendendo a riferimento il periodo 26 agosto-30 settembre, negli ultimi 25 anni, il Vix è andato al rialzo 15 volte, con un aumento medio del 25% circa da chiusura a chiusura, ma una estensione massima del 128% verificatasi nel 2008.

La seconda massima estensione è quella del 2001, con il 112%.

Togliendo dal calcolo tali due anni, considerandoli come outliers, l’aumento medio dei 13 anni rimanenti al rialzo è del 19% da chiusura a chiusura, con una estensione massima del 40.24%.

I picchi di volatilità si verificano con maggiore frequenza fra il 30 agosto e il 3 settembre e successivamente il 10 settembre, con l’approssimazione di un giorno.

Quando si verifica un picco intorno al 10 settembre, più frequentemente, c’è una settimana circa di pausa della volatilità, prima di arrivare al periodo 20-30 settembre che vede il Vix con ancora maggiore probabilità al rialzo, 17 volte su 25.

Tornando al periodo 26 agosto-30 settembre, nei 10 anni ribassisti, il Vix ha visto una contrazione media dell’11.72%, con la massima estensione di ribasso del 33.58% (avvenuta nel 2015).

Prendendo a riferimento un prezzo di circa 16 sul Vix, come prezzo di partenza per il calcolo, in caso di rialzo, togliendo gli outliers 2008 e 2001, si ottiene una massima estensione fino a 22. Includendo gli outliers, la massima estensione diventa 36.50 circa.

Sempre nel caso rialzista, il valore medio da chiusura a chiusura sarebbe di 19 circa, mentre includendo gli anni outliers 2008 e 2001, sarebbe di 20.

Nel caso ribassista, vedremmo il Vix scendere in massima estensione fino a 10.62 (valore estremamente improbabile), mentre il suo valore medio da chiusura a chiusura sarebbe di 14.12 (obiettivamente più realistico).

Diversa storia il Vix la racconta per i soli anni elettorali, negli ultimi 34 anni. Il 2008 resta l’anno con il maggiore aumento di volatilità.

Togliendolo, si ottiene una mappa con una maggiore compressione di volatilità fino a fine settembre, per poi vedere una esplosione nel mese successivo, a ridosso della data delle elezioni.

Spiccano in questo caso tre picchi più frequenti intorno al periodo 30 agosto-5 settembre (area leggermente più lunga di quella fino al 3 settembre citata sopra per gli ultimi 25 anni), si conferma il picco intorno al 10 settembre, e si aggiunge un picco nell’ultima settimana di settembre.

Nondimeno, le estensioni massime forniscono valori consimili ai dati calcolati per gli ultimi 25 anni, sia pure nell’ambito di un grafico apparentemente più piatto.

Il 5 agosto.

Il picco di volatilità del 5 agosto, come già scritto in nostri altri articoli recenti, ha costituito una eccezione storica di accelerazione di volatilità, mai verificatasi in passato (parliamo di accelerazione mai verificatasi, non di magnitudine assoluta).

Quando avremo la spiegazione di quanto avvenuto (ci auguriamo da parte dei regolatori preposti), capiremo anche come tale picco debba essere considerato.

Tutte le informazioni esposte in questo articolo considerano l’evento del 5 agosto come eccezione non ripetibile nel breve termine.

Se le cause scatenanti dell’evento del 5 agosto, una volta spiegate, dovessero rivelarsi ripetibili nel breve termine, allora tutte le considerazioni di statistica storica sul Vix verrebbero seriamente messe in discussione.

Riteniamo non sia così, ma non possiamo, al momento, esserne certi, in assenza delle risultanze dell’indagine condotta dai regolatori.

 

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Maurizio Monti

Editore

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